Recensioni

Umberto Palazzo – Canzoni Della Notte e Della Controra

Scritto da Claudio Donatelli

La musica sotterranea italiana riesce bene nel nascondere i propri talenti artistici, come fosse una donna gelosa e possessiva. La vita artistica di Umberto Palazzo si attacca con tenacia alle tante pagine musicali scritte in Italia negli ultimi 25 anni

La musica sotterranea italiana riesce bene nel nascondere i propri talenti artistici, come fosse una donna gelosa e possessiva. La vita artistica di Umberto Palazzo si attacca con tenacia alle tante pagine musicali scritte in Italia negli ultimi 25 anni. Inizio anni ’80, Umberto parte dal desolato, arido, Abruzzo (Vasto) direzione Bristol alla scoperta del punk inglese. Chiaramente questo rappresenterà l’iniziazione ad un certo modo di vedere la musica da appassionato prima e da musicista poi.
Qualche anno dopo lo ritroviamo tra i portici di Bologna che con un gruppo di studenti fuori sede fonda i Massimo Volume, una band dalla passione per la musica minimal rock e i testi poetici sempre recitati. Ma gli anni ’90 diventano il momento caldo per una sua nuova band dal nome Santo Niente, infatti si lega all’etichetta CPI degli ex CCCP e incide due album molto amati.
Torna nella sua terra e negli anni 2000 Palazzo diventa dj e promoter di concerti. Rimette insieme i Santo Niente con qualche variazione di assetto e pubblica nel 2004 Il Fiore Dell’Agave.
Proprio in questi giorni Umberto Palazzo sta pubblicando il suo primo disco solista dal nome Canzoni Della Notte e Della Controra.
Il disco viene scritto, suonato e registrato tutto da Umberto, 9 canzoni che vedono la collaborazione in punta di piedi di quache amico (Tying Tiffany, Luca D’Alberto, Sandra Ippoliti). Il cd ha un gusto molto fuori dal tempo, quasi un disco immaginario, i suoni di chitarra sono limpidi, ricchi di echi e riverberi. L’assenza della batteria fa perdere materialità alle tracce, giusto qualche pezzo di metallo battuto per ritmare qua e là le canzoni.
Canzoni Della Notte E Della Controra è un disco asciutto, rock scarno negli intrecci melodici, cantautorato visionario nei testi. Ne risulta un produzione originale e fresca capace di rivitalizzare il panorama underground italiano.
La canzone Cafè Chantant strappa applausi e complimenti, love song indolente e pigra, poetica e strampalata, raccoglie le cantilene della musica greca, francese, gitana… per confezionare un perfetto bouquet di emozioni.

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Claudio Donatelli

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