Pop Corn

TROPPO GRANDE PER UNA VITA SOLA

Scritto da Annalisa Nicastro

Il 25 giugno 2009 il Re del Pop ci ha lasciati. Migliaia di fan affranti lo piangono, i suoi album schizzano immediatamente in cima alle classifiche di tutto il mondo. Gli scaffali dei negozi di musica vengono presi d’assalto da tutti coloro che vanno alla ricerca di ciò che resta di Michael Jackson. Si, perché a dispetto della vita che ha una durata limitata, l’arte è immortale, sopravvive all’artista che l’ha creata e rimane a ricordare al mondo l’esistenza dell’uomo che c’era dietro, le sue parole e la sua musica.
Al di là della cronaca e delle notizie in merito alla sua triste scomparsa, per tutti coloro che vogliono scoprire chi era Michael Jackson o sapere qualche cosa di più della sua vita privata e professionale Aliberti Editore ha pubblicato Michael Jackson, troppo grande per una vita sola, scritto da Paolo Giovanazzi, redattore del mensile Maxim. Un libro che ha il pregio di essere una sorta di cronistoria, senza giudizi di sorta se non qualche riflessione, da parte dell’autore, su cosa significhi entrare a far parte dello star system e su come sia complicato gestire il successo soprattutto nel caso di Michael che lo ha conosciuto in tenera età, privandolo probabilmente di una vita propria. Jackson, infatti, già a dieci anni era una star insieme ai fratelli, i famosi Jackson Five.
Nato nel 1958, a Gary nell’Indiana, settimo figlio di una famiglia numerosa, fin da piccolo vive circondato dalla musica. Il padre, Joe, lavora in un’acciaieria ma ha una grande passione per la musica che trasmette a tutti i suoi figli. Questa passione si concretizza nella nascita artistica dei Jackson Five. Dopo un periodo di esibizioni in piccoli e malfamati locali, alla fine del 1969, riescono finalmente a raggiungere il successo e la loro vita cambia per sempre.
Classica gallina dalle uova d’oro per la Motown, la famosa casa discografica di Detroit che ha segnato in maniera indelebile la musica pop e soprattutto soul dagli anni sessanta in poi, i cinque fratelli vengono fagocitati dal sistema. È, infatti, la casa discografica a decidere per loro, dalla scelta del repertorio, alla loro immagine, fino alle dichiarazioni da rilasciare alla stampa. Michael, che è poco più che un bambino, è in questo periodo che impara rapidamente cosa vuol dire essere una star e come funzioni il mondo dello spettacolo.
Dieci anni dopo, arriva la decisione di staccarsi dai fratelli e soprattutto dal padre, con il quale non ha un buon rapporto, e intraprendere la carriera solista con un unico obiettivo diventare The King of Pop.
Il suo sogno si concretizza nel 1982, quando un signore di nome Quincy Jones decide di salvare l’industria discografica. Con questa affermazione iniziano le registrazioni di Thriller, l’album più venduto nella storia della discografia.
Purtroppo però l’ascesa artistica di Jacko, come ben sottolinea Giovanazzi, sembra andar di pari passo con il declino personale. La stampa è attentissima a tutto ciò che riguarda la sfera privata dell’artista, dallo strano sbiancamento della pelle, agli infiniti presunti interventi di chirurgia plastica. Per non parlare del suo amore per i bambini che lo porterà a doversi difendere da accuse infamanti e soprattutto dalle inchieste giudiziarie a suo carico. Jackson si chiude sempre più, compare di rado in pubblico, sempre con il volto coperto da improbabili mascherine, divenendo la caricatura di se stesso. Per alleviare le sue sofferenze si concede cocktail di tranquillanti e anestetici fino al triste epilogo che ci ha prematuramente privati del Re del Pop.

Tiziana Cantarelli (20.9.09)

Michael Jackson,
Troppo grande per una vita sola
Paolo Giovanazzi
Aliberti Editore

115 pagine 18.00 euro

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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