A chiudere la giornata del Grado Jazz Festival, dedicata interamente all’Asia, troviamo Tigran Hamasyan. Il parco delle Rose si tinge con i suoni dell’artista armeno al suo pianoforte. Le note del suo jazz irrompono in una bella serata estiva ed il pubblico esulta alla sua bravura. Si vede fin da subito la dimestichezza dell’artista armeno con il pianoforte, al quale inizia ad appassionarsi fin dall’età di 3 anni e si avvicina al jazz all’età di 9.
Negli anni colleziona un sacco di successi e premi e a Los Angeles arriva a fondare il gruppo “Aratta Rebirth” con il quale nel 2009 pubblica Red Hail. Tigran e il pianoforte sembrano un tutt’uno e la spiaggia che fiancheggia il Parco diventa ancora più suggestiva con le sue note e la luna quasi piena del 23 luglio.
A Grado Tigran è accompagnato da un bassista e da un batterista e presenta il suo ultimo album “The Call Within”, nel quale l’artista porta alla coscienza il suo mondo interiore onirico.
Opening Act: Huun_Huur-Tu. Il gruppo originario della repubblica di Tuva al confine tra la Mongolia e la Siberia. La singolarità del gruppo è la capacità di utilizzare la tecnica del canto armonico, con la quale il cantante riesce ad emettere in contemporanea la nota e l’armonico ricordando il timbro di un flauto.
Il gruppo è noto anche per utilizzare strumenti tradizionali come l’igil, tipico di Tuva, e il khomuz. E’ stato fondato nel 1992 e ha pubblicato negli anni canzoni legate alla tradizione di Tuva e in particolare modo molte sono state dedicate ai cavalli.
Al Grado Jazz Festival incantano il pubblico con i loro suoni profondi che sembrano accompagna il soffice venticello e il suono del mare.