Il giardino Parker Lennon è una realtà consolidata, uno spazio libero e capiente, immerso nel verde e “custodito” da un giovane assessore alle politiche giovanili di Castelnuovo Rangone in provincia di Modena. Il suo nome è Stefano Solignani, persona attenta e preparatissima, il suo spirito battagliero si rivolge a quella musica originale che per fortuna sta risorgendo, o forse non è mai scomparsa, e a quella fetta di popolazione di tutte le età che ha bisogno di dire no alla televisione e ai festival logori.
La rassegna si chiama “Note al Lennon” che da cinque anni si è imposta come una strada da percorrere. Diverse realtà si susseguono e, come dice Stefano, “scelgo la musica che mi piace, che non sia scontata e sopratutto originale!” Come dargli torto… il calendario dura fino alla fine di agosto, alternando tantissime realtà.
Questa sera ci siamo imbattuti in un gruppo molto particolare, di passaggio nel loro tour mondiale, dal nome This Eternal Decay, provenienti da Roma, la città eterna, un gruppo dalle profonde atmosfere dark-wave e industrial. Un quartetto molto solido e tecnicamente preparatissimo che ha presentato il nuovo lavoro: “Spettro” un album musicalmente molto potente e distruttivo per le sonorità, supportate da alcune basi registrate sullo stile Daf/Depeche Mode e cucite a pennello dalla chitarra e da un basso sempre sincronizzato perfettamente. E la voce? Questo genere di musica richiede una voce con timbriche che devono cavalcare i testi che spesso e volentieri parlano della nostra realtà che viviamo tutti i giorni, tra malcontenti e continue ricerche dello stare bene. The Eternal Decay mi hanno anche colpito perché hanno uno spirito giusto per proporsi dal vivo e il loro girovagare per mezzo mondo sicuramente li ripagherà degli sforzi fatti e degli investimenti sostenuti.
( https://www.facebook.com/thiseternaldecay/?locale=it_IT )
( https://thiseternaldecayband.bandcamp.com/ )
This Eternal Decay,
Parco John Lennon
Castelnuovo Rangone (Mo) 12 6 2025
Riccardo Sabetti voce
Alessio Schiavi chitarra
Pasquale Vico basso
Andrea Freda batteria