Essendo arrivati a pubblicare il loro tredicesimo disco, ritengo sia giusto parlare di questo gruppo come di una certezza, come uno dei tanti fari che illuminano le buie notti degli amanti del rock d’autore. In tutti questi anni i Pineapple Thief hanno sperimentato, affinato e quindi definito una loro precisa identità, uno stile unico che li distingue e caratterizza. L’innata e riconosciuta capacità di comporre delicate e sempre emozionanti melodie racchiuse in suite strumentali, li ha spesso accostati al progressive rock, ma come tanti altri gruppi “simili” (i Marillion in primis) la loro musica non è classificabile perchè nasce dal prog ma sfocia nel pop e nel rock, senza disdegnare incursioni nella musica sinfonica.
Il quartetto inglese è sorretto principalmente dal cantante/chitarrista Bruce Soord e dal batterista Gavin Harrison. Il primo, qualche mese fa, è diventato padre per la terza volta e per festeggiare questo evento ha pubblicato un disco solista intitolato All This Will Be Yours che non si discosta molto dale sonorità del gruppo madre ma che è venato di una luce giocosa e ottimistica.
Di Gavin Harrison invece, non ci dovrebbe essere bisogno di parlare perchè è considerato uno dei migliori batteristi rock della sua generazione, tanto da essere fortemente voluto nei Porcupine Tree dal Re Mida Steven Wilson e addirittura da Robert Fripp per affiancare un altro mostro sacro, Pat Mastellotto, nell’ultima versione dei King Crimson che prevede più batteristi sullo stesso palco.
Non trascurabile però il lavoro degli altri musicisti (Steve Kitch alla tastiera e Jon Sykes al basso) che completano l’ensemble.
In questo nuovo lavoro, come nel passato, canzoni lente e meditative si alternano a brani più ritmati, sempre però sorretti e guidati da una batteria cangiante e colorata. La voce soffusa di Bruce Soord ammanta le tracce di una dolce mestizia.
Driving like maniacs possiede quell’incedere lento e malinconico che cattura, e sprofonda in una dolce tristezza acuita dalle parole:
And so you took your chance to ruin what we had
We were always destined to fall
Too many Voices è sorretta solamente dalla voce e da qualche accordo di basso; una delle più minimali. La splendida Our Mire, seppur ritmata rispetto alle altre, conferma il mood malinconico del disco. I testi infatti parlano spesso di difficoltà nel rapporti di coppia e denunciano chiusure definitive che lasciano davvero poco spazio alla speranza di una riconciliazione:
If we won’t stop this
There won’t be a second chance
Oppure
I didn’t want to wake up now
I didn’t want to see our ship going down
Il disco però risulta tutt’altro che “pesante”, perchè i delicati arrangiamenti e le splendide armonie lo rendono piacevolissimo da ascoltare.
TITOLO CD
Versions of The Truth
BAND
The Pineapple Thief
ETICHETTA
Kscope
ANNO PRODUZIONE
2020
GENERE MUSICALE
Progressive Rock