Avere un rapporto diretto con il proprio pubblico e creare insieme le condizioni economiche affinché un disco veda la luce sono due delle tante peculiarità di piattaforme come MusicRaiser o Bandcamp. Novità assolute che, col tempo, sono diventate necessità per tutti quei gruppi che considerano ancora la propria Musica una forma d’arte e non un qualcosa da omologare ai gusti di un pubblico ammaestrato. Una rivoluzione che dimostra chiaramente almeno due cose. La prima è che la gente è stanca di fantocci preconfezionati che si muovono a comando e sotto, poverini loro, il giogo di un contratto capestro. La seconda è che il nostro panorama musicale, oltre ad essere molto eterogeneo, è molto più interessante di quello che, normalmente, si dice ma… questo chi ci segue lo sa. Ed è grazie all’affetto dei fans che negli anni ha sostenuto i The D che oggi possiamo apprezzare tutti la loro musica. Attivi dal 2011 e forti di un gran numero di ore live arrivano, finalmente, nel novembre del 2015, al primo album United States Of Mind. Perché piace tanto la giovane band irpina? La risposta è facile! Basta mettere il cd nel lettore e, immediatamente, si ha la sensazione di essere catapultati in uno spazio-tempo completamente diverso. Lingua inglese, brani che emanano l’energia e la spensieratezza tipiche della gioventù e un sound che non può non richiamare alla memoria il miglior britpop britannico. Radici chiare per i The D ma anche tanta personalità nel saperle miscelare ed equilibrare con il loro lato più indi.
The D – United States Of Mind
Lingua inglese, brani che emanano l’energia e la spensieratezza tipiche della gioventù e richiamano a memoria il miglior britpop britannico