Recensioni

The Ballroom Thieves – Unlovely

Scritto da Fernanda Patamia

Una raccolta di brani che vuole essere un distillato delle idee politiche e delle passioni personali della band

A quattro anni di distanza dal loro ultimo disco The Ballroom Thieves tornano con un nuovo album, Unlovely, che è stato rilasciato lo scorso 14 Febbraio 2020 via Nettwerk Records.
Il trio di Boston formato da Calin “Callie” Peters (voce, basso, violoncello), Martin Earley (voce, chitarra), e Devin Mauch (voce, batteria) incorporano tra loro diversi stili musicali che vanno dal Motown al rock classico. Unlovely mantiene il riconoscibile e nostalgico suono dei precedenti lavori della band a cui si aggiunge un’importante dose di insolenza e sfacciataggine. Una raccolta di brani che vuole essere un distillato delle idee politiche e delle passioni personali della band.
La title-track, seppur con delicatezza, trasforma in musica quello che è un grido di protesta sociale, contro la disparità fra classi sociali. La Peters sostiene infatti che la sua intera vita sia stata in qualche modo influenzata dal cattivo modo di gestire le cose da parte della leadership, sottolineando che la speranza in un possibile cambiamento purtroppo ci può portare a riporre fiducia nelle persone sbagliate, quelle che non agiscono nel nostro interesse.
La chitarra distorta di Vanity Trip e quella acustica di For Hitchens ci trascinano in un’atmosfera neofolk dalle contaminazioni rock mentre Roll The Bones ci fa danzare con le sue note soul e le voci corali.
Il rock country di Tenebrist evoca le atmosfere di un viaggio on the road alla scoperta di panorami suggestivi in giro per gli States. Ma “la strada non è una casa” dice Earley in Love Is Easy, una canzone in cui l’amore per la Peters rappresenta un rifugio in cui trovare sollievo dall’estenuante girovagare.
L’album co-scritto interamente da Peters e Earley, esclusa Pendulum, è anche un riflesso dell’evoluzione del rapporto fra i due da componenti di una band a partners nella vita. I due si scoprono infatti complementari anche nella stesura dei testi, l’uno con il suo spin speranzoso e romantico, l’altra con la sua voglia di distruggere il patriarcato e il male per sempre.
Unlovely con la sua musica armoniosa è un disco accattivante in grado di coinvolgere l’ascoltatore, e le sue sonorità variegate e vibranti lo rendono una vera chicca per gli amanti del neo-folk.

About the author

Fernanda Patamia

Sono la vocina paranoica nella testa di Tyler Durden. Sono la distorsione più rumorosa in un album dei Sonic Youth. Studio giurisprudenza ma spesso mi perdo fra dischi e libri su SOund36 e Leggere:tutti.

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