Recensioni

Teho Teardo – Grief is the thing with feathers

Scritto da Giovanna Musolino

Un capolavoro di bellezza suprema

Una genesi fatale quella di Grief is the thing with feathers, album in cui la perfetta commistione di tre elementi (un esordio letterario strabiliante, la geniale creatività di un musicista e l’intuizione di un drammaturgo talentuoso) si traduce in un capolavoro di bellezza suprema.
Nel 2017 Teho Teardo legge Il dolore è una cosa con le piume, opera prima di Max Porter. Il racconto narra di un padre, due bambini, una madre morta all’improvviso e un corvo salvifico. Teardo rimane soggiogato dalla lettura del libro stillante dolore, intriso di quella sofferenza fisica che deriva dalla perdita della persona amata (“Mi manca così tanto che è un gigantesco principe placcato d’oro, una sala da concerto, mille alberi, un lago, novemila autobus, un milione di auto, venti milioni di uccelli e anche di più. La sua mancanza è tutta la città). In men che non si dica queste suggestioni letterarie, nella mente acutissima di Teardo, assumono sembianze musicali. Comincia a comporre e, appena un mese, dopo Enda Walsh lo contatta per comunicargli che intende portare sulle scene quel testo! E così quelle musiche, erotte di getto, diventano l’ossatura sonora dello spettacolo teatrale omonimo, che ha debuttato ad aprile al Barbican di Londra.
Smarrimento, incredulità, rifiuto, disperazione, angoscia, vuoto…Gli otto brani che compongono l’album riescono a tinteggiare magistralmente la policromia del dolore. Le otto tracce dipingono minuziosamente la dissonanza emozionale che assale chi è orbato di una persona cara.
Un disco cupo, immaginifico, evocativo, notturno.
Archi ora rabbiosi, ora struggenti; strumenti in crescendo fino a raggiungere il parossismo emotivo e sonoro per poi affievolirsi e dileguarsi.
Disco complesso, in cui ogni pezzo richiama sensazioni, immagini, ricordi. Perfetto dall’inizio alla fine. Due sole citazioni a titolo puramente esemplificativo.
This is the story of how your wife died: una nenia con le voci femminili quasi a simulare il richiamo di morte di una Banshee.
London offered us possible mothers: un inizio aggressivo, che si stempera solo apparentemente con l’ingresso della chitarra e degli archi, in un culmine strumentale rapidissimo e di rara intensità, che termina con uno schianto.
Intenso, taumaturgico, catartico…

https://www.facebook.com/teho.teardo

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Giovanna Musolino

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