Quante volte abbiamo detto oppure sentito dire: la classe non è acqua. Profetica frase che mette in risalto le doti e l’abilità di una persona. Le doti in molti si sono rivelate già dai primi vagiti, l’abilità si costruisce con il sudore e le lacrime, ma non sempre si riesce a far combinare le due cose. L’abilità è l’elemento principale, qualcosa che si costruisce con lo studio, l’applicazione e le rinunce.
Tanti musicisti, che oggi hanno raggiunto i fasti del successo, hanno sacrificato un parte della loro vita, in particolare quella giovanile. Vi posso assicurare che l’elenco è molto folto.
Sue Foley è una di questi. Un’artista che con l’album One Guitar Woman ha dimostrato classe e bravura. Chiedo venia per aver lasciato indietro questo disco che tra qualche giorno celebra un anno dalla sua uscita. Succede!!!! Sue Foley è una chitarrista e cantante blues nata in Canada nel 1968. Già a 12 anni trascorreva molto del suo tempo ad imparare la chitarra, a 20 era già in tour con Mark Hummel, famoso armonicista statunitense. Le quotazioni della Foley salivano,tanto che Clifford Antone, proprietario dello storico Club Antone, la volle con lui. Sue si trasferisce ad Austin e grazie all’etichetta dello storico club a 21 anni registra il suo primo lavoro Young Girl Blues.
Oggi la sua discografia vanta una serie importante di successi e ben quattro Grammy Awards. One Guitar Woman è un disco profondo denso di grazia e leggerezza. Un incanto.
Un progetto con un valore intimo ed essenziale. Basta leggere il sotto titolo per avere una idea di quanto realizzato: A Tribute to The Female Pioneers of Guitar. Un album solista realizzato per omaggiare le pioniere della chitarra acustica. Donne che hanno ispirato e aperto la strada a quelle che sono venute dopo e che con il loro coraggio e la loro visione hanno trasformato la storia della chitarra. Sue Foley, per questa occasione, appende al chiodo la sua Fender Telecaster ed abbraccia una chitarra classica.
Grazie alla sua voce espressiva e al suo tocco magico, produce dodici tracce per onorare il lavoro di donne che sono state le luci che hanno illuminato la strada per il suo viaggio musicale. Elizabeth Cotten, Memphis Minnie, Sister Rosetta Tharpe, la chitarrista francese Ida Presti, donne del sud come Geeshie Wiley ed Elvie Thomas, la Texsana Tejano Lydia Mendoza, l’incompresa ,per dire, Charo e il country blues di Maybelle Carter, alla quale ha dedicato l’originale Maybelle’s Guitar. Dei due brani strumentali vi segnalo Romance in A Minor” del virtuoso violinista Nicolò Paganini, che la Foley suona con sicurezza e destrezza, tanto da restare rapiti dalla sua capacità di rendere i toni della chitarra rotondi, morbidi e caldi. Le donne in questo lavoro sono le vere protagoniste, suonatrici lungimiranti e di grande talento che ancora oggi sono un punto di riferimento per le nuove generazioni.
Sue Foley con One Guitar Woman si conferma loro erede naturale.
D’altronde come si dice: La classe non è acqua.
Sue Foley – One Guitar Woman
Grazie alla sua voce espressiva e al suo tocco magico produce dodici tracce per onorare il lavoro di donne che hanno illuminato la strada per il suo viaggio musicale