È veramente un periodo d’oro per Steven Wilson e, soprattutto, per tutti i fans che, come noi di SOund36, lo seguono e lo apprezzano fin dai tempi dei Porcupine Tree. Presentarlo sarebbe un mero esercizio retorico e non solo, perché si tratta di un personaggio di fama mondiale ma anche e, soprattutto, perché chi ci segue assiduamente si sarà gustato le video interviste che Steven ha rilasciato al nostro web-magazine.
In attesa di rivederlo sul palco il 26 aprile a Trieste e il 27 a Firenze o, per i meno fortunati come il sottoscritto, goderne i reportage dei nostri bravi fotografi, presentiamo, in anteprima, 4 ½.
A dire il vero non si tratta di un album nuovo vero e proprio, ma di ciò che c’è in mezzo tra il quarto e il quinto.
Si riparte, dunque, da lì dove c’eravamo lasciati, ovvero dalle atmosfere e dalle riflessioni che hanno caratterizzato Hand. Cannot Erase. Album che, lo ricordiamo, prende spunto da un evento tragico di cronaca e diventa il pretesto per riflettere sulla solitudine e l’alienazione che, spesso, caratterizzano la vita dell’uomo del nostro tempo. Quattro splendidi brani che è difficile definire outtake e che completano un’opera complessa che, finalmente, possiamo apprezzare nella sua interezza.
Vermillioncore, brano strumentale, risale, invece, alla session The Raven That Refused To Sing.
Chiude l’album Don’t Hate Me, vecchio brano dei Porcupine Tree che Steven Wilson ha riproposto in duetto con Ninet Tayeb durante gli ultimi concerti e risistemato, successivamente, in studio.
Concludo unendomi al coro e ribadendo la genialità di questo Artista. L’appuntamento è per il 22 gennaio… nei migliori negozi di musica.