Niente di meno potevamo aspettarci dallo Steve Earle dell’ultimo disco “Ghosts of west Virginia” (dieci nuove songs, poco più di mezz’ora di oro colato, suonate con i Dukes che anche in questa occasione mostrano di essere l’ensamble strumentistico ottimale in grado di soddisfare pienamente le esigenze espressive del capobanda Earle).
Niente di meno, dicevamo, perché negli ultimi anni siamo stati abituati dal grande scrittore di canzoni della Virginia (Earle è nato a Fort Monroe 65 anni fa) solo a uscite di album di cui è titolare di eccellente qualità per musica e per contenuti. Dischi come The Low Highway (2013), Terraplane (2015), So You Wannabe an Outlaw (2017), Guy (2019, dove il nostro reinterpreta con maestria un florilegio di canzoni di Guy Clark), del resto, costituiscono una prova incontrovertibile di quanto si asserisce.
In “Ghosts of West Virginia” affiorano ancora (se è possibile con maggiore intensità) tutti i meriti che hanno reso grande la cifra artistica del cantautore. Potremmo anzi dilungarci su come quest’ultima sua avventura discografica per certi versi rappresenti la “summa” di tutta l’attività artistica pregressa di Earle.
Musicalmente parlando il nostro continua a frequentare il gospel, il blues urticante e sofferto, il country e la musica dalle venature “irish”, il rock’n’roll, le ballate struggenti, il folk puro e semplice (incrociando, qui, Woody Guthrie e il Dylan primigenio).
La vis politica e la passione civile di Steve Earle, poi, sono presenti in questo album più che altrove. Il lavoro, infatti, ruota intorno intorno al ricordo del disastro minerario avvenuto nel 2010 presso l’Upper Big Branch, della Massey Energy, West Virginia, contea di Raleigh. Morirono molti minatori, in quell’occasione, arsi vivi a seguito di una fuga di metano. Ghosts of West Virginia nasce appunto come colonna sonora di un dramma teatrale scritto da Jessica Blank ed Erik Jensen incentrato sui fatti di Montcoal.
Sette sono i brani composti da Steve per la commedia. Ad essi si sono in seguito aggiunti tre brani che hanno completato il disco. L’autorevole rivista musicale britannica Uncut scrive che “Ghosts Of West Virginia” is a serious work contemplating a serious subject, there are moments where Earle sounds like he’s having more fun than any time since The Mountain” (è, quello citato da Uncut, un album bluegrass che Earle realizza nel 1999 con l’accompagnamento della Del McCoury Band, n.d.r.).
Quel che è certo è che in queste nuove canzoni il nostro appare particolarmente ispirato: felicissimo, come al solito, il songwriting, cupo e arrabbiato l’umore, abrasiva, densa, particolarmente espressiva in certe canzoni, la voce. Un disco imprescindile per ogni appassionato di Americana, l’ultimo di Earle.
Steve Earle & The Dukes – Ghosts of West Virginia
Ghosts of West Virginia nasce appunto come colonna sonora di un dramma teatrale scritto da Jessica Blank ed Erik Jensen incentrato sui fatti di Montcoal