Il mio personalissimo 2014 musicale è cominciato un po’ in ritardo. Tante le proposte arrivate in redazione ma solo pochi album hanno saputo stuzzicare la mia curiosità. Tra questi il progetto solista di Gianluca Maria Sorace leader storico di uno dei gruppi italiani indipendenti più interessanti e apprezzati (soprattutto all’estero purtroppo) dell’ultimo decennio: gli Hollowblue.
L’idea di portare avanti un progetto solista risale al 2010 e asseconda l’esigenza di estremizzare la creatività e le passioni personali di Gianluca Sorace, al di là ma non oltre gli Hollowblue visto che nei credits, a dire il vero sempre ricchi e prestigiosi, figura anche qualche membro della band.
Stella Burns Loves You viene, dunque, pubblicato dalla Twelve Records il 21 gennaio e dà inizio alla carriera solista di Stella Burns alter ego, l’avrete capito, di Gianluca Sorace.
Il disco intenso e intimamente vissuto, particolare non da poco visto le insidie del genere, racconta storie di frontiera e ha il pregio di proiettare chi lo ascolta in quelle atmosfere.
Il country è un terreno insidioso nel quale Stella Burns dimostra di trovarsi a suo agio, e nel riproporre generi e temi lo fa con grande originalità. Chitarra, banjo, mandolino disegnano paesaggi sconfinati che si materializzano nella mente dell’ascoltatore, l’utilizzo di strumenti e strumentazioni anni ‘50/60/70 danno un tocco vintage ai racconti.
È forse un po’ banale ma se c’è una parola che al meglio può raccontare questo lavoro è libertà: libertà di essere, libertà di esprimersi e, nello stesso tempo, anelito di libertà.
Fortunato Mannino