“Sogno un mondo in cui l’omosessualità non sia equiparata a immoralità, indecenza, oscenità, corruzione, vergognosa offesa alla morale comune o addirittura a pedofilia. Questa è una orrenda china che non ci porterà niente di buono” affermava Mina su Vanity Fair nel 2011
Ci hanno insegnato che l’amore dovesse avere una forma sola, una voce sola, un corpo solo da accarezzare senza scandalo.
Ma l’amore non è una regola, è respiro. Eppure, ogni giorno, c’è chi deve giustificare il modo in cui ama, chi deve temere la strada, uno sguardo, una risata tagliente. Come se la tenerezza potesse essere un crimine. Come se essere se stessi fosse una vergogna. Basterebbe smettere di odiare ciò che non si capisce, basterebbe togliere il giudizio dagli occhi e mettere dentro un po’ più di cuore.
Quel sogno è ancora qui, come una fiamma che non si spegne, che passa di mano in mano, di voce in voce.
Giugno è il mese del Pride. Ma dovrebbe essere ogni giorno. Ogni giorno in cui qualcuno sceglie di vivere a viso aperto nonostante tutto. Ogni giorno in cui una madre ama il figlio per ciò che è, in cui due mani si stringono senza paura.
Perché amare, in qualunque forma, è il gesto più umano e coraggioso che ci sia. E non ha bisogno di giustificazioni. Solo di rispetto. ️
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