Recensioni

Slumberwood – Anguane

Scritto da Claudio Donatelli

Anguane traccia dopo traccia si dimena nell’immaginario, usa le note del pop e le parole del folk, devia lo sguardo con rumorismi in sottofondo, affonda il colpo con mutanti e dissonanti melodie.

E’ un fatto conclamato che la provincia italiana produca cultura musicale varia e di buon livello. Altro fatto chiaro è che la stessa provincia si ritrovi quasi casualmente, senza essersi impegnata molto, un patrimonio artistico. Da valorizzare? Almeno da ascoltare!
Chiusa la parentesi passiamo a scrivere di questo gruppo che si è formato nel 2008 nei dintorni di Padova, gli Slumberwood. Il quintetto suona sostanzialmente musica d’avanguardia con una spiccata vena melodica e indolente. Nel 2010 pubblica Yawling Night Songs il disco d’esordio ed è subito successo di critica in Italia e all’estero. Bizzarro mix di musica pop, psichedelia ed elettronica.
Oggi gli Slumberwood tornano a colpire, pubblicano il nuovo cd Anguane per l’importante Tannen Records. L’intera lavorazione è stata accompagnata da Marco Fasolo (Jennifer Gentle) che ha anche prodotto e co-arrangiato le 9 tracce.
La band questa volta focalizza di più l’attenzione e la creatività su un unico aspetto, racchiuso già nel titolo. Infatti Anguane sono, per la tradizione veneta, delle entità femminili che vivrebbero nei torrenti di montagna e sarebbero protagoniste di paure, incubi, per gli abitanti locali, soprattutto per i bambini. Un viaggio onirico nel folklore di quelle terre isolate, nelle emozioni infantili e nei primi sentimenti di paura. La consistenza sonora in questo disco è densa. Come liquidi che si mescolano e mutano il loro colore così gli strumenti acustici come chitarra e piano si confondono con strumenti più ambigui come vibrafono e slumbertron.
La musica degli Slumberwood non sa sicuramente scalare le classifiche, ma sicuramente riesce a scavare nei pensieri e nelle emozioni, ricostruendo nell’ascoltatore stati emotivi lontani ma già conosciuti. Anguane traccia dopo traccia si dimena nell’immaginario, usa le note del pop e le parole del folk, devia lo sguardo con rumorismi in sottofondo, affonda il colpo con mutanti e dissonanti melodie.
Disco molto curato negli arrangiamenti e nelle registrazioni, niente lasciato al caso per un lavoro che aggiunge un tassello di buona musica alla pila di cd che la provincia italiana continua a produrre.

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Claudio Donatelli

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