Sista, nome d’arte di Silvia Gollini, ha costruito una carriera che spazia dall’acid jazz al soul e al funk, riuscendo ad adattarsi ai cambiamenti del settore mantenendo la sua autenticità artistica. Il suo ultimo singolo “Formiche”, accompagnato da un suggestivo videoclip girato in una fabbrica di manichini, riflette una critica alla società moderna e invita alla riflessione sulla qualità della vita e sulla ricerca della perfezione. Ecco l’intervista completa con Sista, in cui esploriamo la sua carriera, le sue ispirazioni e i suoi progetti futuri.
Ciao Sista, hai una carriera musicale che abbraccia vari decenni. Come vedi l’evoluzione della scena musicale italiana di oggi rispetto a quando hai iniziato tu?
Non esistevano algoritmi e streaming gratuiti della musica, per cui le canzoni avevano un valore ed una selezione autentica di cio’ che piaceva alle persone.
Il tuo ultimo singolo “Formiche” offre una critica alla società moderna. Quanto pensi sia importante il pensiero critico e come pensi che il pubblico abbia reagito a questo messaggio?
Spero di aver innescato una riflessione sulla nostra vita quotidiana, sui ritmi e la bassa qualità del tempo che viviamo. Se solo una persona ha reagito a questo messaggio sono felicissima.
Hai lavorato con artisti di grande calibro come Alex Britti. Qual è stata la lezione più importante che hai imparato da queste collaborazioni?
Che la “Maturità” artistica si acquisisce solo con il tempo e la “mestieranza” è il risultato di tante esperienze e pelle dura che conquisti fra cadute e successi.
Il videoclip di “Formiche” ha una forte valenza simbolica. Puoi raccontarci un aneddoto interessante o una sfida particolare che avete affrontato durante le riprese?
La fabbrica di manichini scelta per il video è stata talmente ricca di spunti che il videoclip si è girato da solo. Unico disagio: il mio all’interno della tuta di latex per impersonare un manichino, molto scomoda anche se di grande effetto.
“Sospesi”, uno dei tuoi singoli precedenti, è nato durante il lockdown. Come pensi che l’isolamento abbia plasmato il contenuto lirico e musicale di quella canzone?
Interamente direi.. il lockdown è stato un momento, seppur triste, molto produttivo per molti artisti, me compresa. Esprimerlo in musica ha dato al brano un forte potere di racconto ed emozioni condivise in tutto il mondo.
La Pandemia ha influenzato molti artisti in modo diverso. In che modo questo periodo ha cambiato il tuo processo creativo e le tue produzioni musicali?
La Pandemia ha cambiato anche il corso dell’album e della mia carriera. Ho iniziato a Londra con i primi due singoli “Time4” e “Wednesday Freedom” e poi deviato verso l’italiano visto che il mio trasferimento a Londra salto’. Ma è stato un bene. “Sospesi” è stato accolto benissimo.
Oltre alla musica, hai anche una passione per il teatro e il coaching vocale. Come riesci a bilanciare queste diverse sfaccettature della tua carriera?
Alla fine sempre di musica si tratta, tutti i giorni della mia vita.
Hai qualche rituale o abitudine particolare che segui quando componi o registri nuova musica?
Uso solo la mia matita dell’Abbey Road Studios per scrivere i testi.
Guardando al futuro, quali sono i tuoi obiettivi principali? C’è qualche progetto specifico che ti entusiasma particolarmente?
Essere un’autrice apprezzata, vivere in campagna lontano dal caos.
Qual è il consiglio più importante che daresti ai giovani artisti che cercano di emergere nel panorama musicale odierno?
Pensate con la vostra testa, fatevi una cultura prima di fare musica, salite sui palchi e imparate a comunicare con le persone, conquistatevi il rispetto degli addetti ai lavori e amate la musica non il successo.