Giovedì 12 gennaio, al Quirinetta di Roma, si è tenuto il concerto di Sandro Joyeux, musicista di radici italo francesi e di indole vagabonda da sempre.
Ad aprire il concerto la band di Tommaso Primo in trio. Mesi fa Il Mattino di Napoli definiva Tommaso come l’ala più naif del cantautorato newpolitano, questa definizione ci piace, una buona onda la sua, in equilibrio su un filo che unisce Napoli al sud America. Il trio riscalda il pubblico, che si lascia trasportare anche se dei testi, tutti in dialetto napoletano, probabilmente capisce poco. Con “Tu ca si ‘na stella”, brano pieno di umanità e speranza dedicato ad una bambina nata in mezzo al mare, su un barcone, Tommaso si riallaccia alle tematiche di Joyeux e al suo impegno sociale a sostegno dei migranti.
Sandro sale sul palco ed esordisce presentando INTERSOS, organizzazione umanitaria con la quale ha lanciato la campagna #LiChiamiamoPerNome, un appello alla dignità e al rispetto dei diritti di migranti e richiedenti asilo con cui l’impegno sociale delle nuove canzoni e delle sonorità contenute nel suo disco “Migrant” si sposano perfettamente. Del resto ricordiamo che il tour precedente, Antischiavitour, lo aveva portato per mesi all’interno dei centri di accoglienza e degli insediamenti abbandonati dei migranti nelle campagne in Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Piemonte.
Sandro ha sempre viaggiato molto, e quasi da subito ha allacciato un legame fortissimo con Mama Africa e con le sue sonorità, mescolandole a quelle francesi, italiane, a ritmi, lingue e suoni dal mondo.
Energico, appassionato, canta in francese, inglese, arabo e in diversi dialetti africani. La sua musica affonda le radici nella denuncia sociale, eppure è scanzonata, allegra. A metà concerto invita il pubblico a salire sul palco e ballare sui ritmi afro.
Mali, Marocco, Pakistan, Senegal, Joyeux ha suonato le musiche di un mondo come in tanti lo vorremmo, più unito, meno cieco, più assetato di giustizia, più umano. Un live coinvolgente ed avvolgente, che lo ha visto affiancato, oltre che dalla sua band, da grandi artisti: Roberto Angelini, Adriano Bono, i fiati della Med Free Orkestra, con i quali, appena saliti sul palco, ha suonato una sorta di marcia funebre dedicandola a Trump e alla sua prossima salita al potere.
Scattata la mezzanotte “tanti auguri Sandro” si è festeggiato il suo compleanno, il bel finale di una serata piena di unione e speranza.
Articolo di Paola Varricchio
Foto di Bruno Pecchioli