I Pyre Fyre sono un trio del New Jersey che presenta il suo disco d’esordio sull’etichetta nostrana Vina Records. La loro musica presenta una moltitudine di influenze perlopiù provenienti da un passato importante: all’interno del loro sound ritroviamo le fascinazioni anni 70, ma anche l’essenza laida del grunge di Seattle.
Dopo un minuto di schitarrata di derivazione psichedelica (“Hypnotize”), il registro cambia in modo a dir poco drastico con “Flood Zone”, una canzone di cristallina matrice melvinsiana. Come una farfalla, dallo sludge voliamo verso i confini del garage rock (“Wyld Ryde”), questo per farvi capire che non si scherzava quando si diceva che le influenze erano svariate.
Ne volete un’ulteriore prova? Basta ascoltare “Dungeon Duster/Ice Storm” e non ditemi che non vi è venuta in mente la scena stoner ed in particolare i californiani Fu Manchu. “Don’t Drink The Water” richiama in modo assillante i Melvins degli esordi, rispolverando le sonorità estenuanti di album come Ozma o Bullhead.
In questi 18 minuti totali si è fatto un viaggio tutto sommato interessante, riportando alla luce diversi generi più o meno amati da pubblico e critica. Personalmente avrei chiesto più personalità, ma devo ammettere che da amante della buona musica posso ritenermi soddisfatto. Li aspetto con ansia alla seconda prova.