Quando si pensa alla vita la si associa spessissimo ad una strada. Un percorso senza un ritorno, senza una meta fissa, fatto di incroci e scelte, spesso inconsapevoli, che ne determinano la direzione. Un percorso fatto d’incontri e strade condivise, ma anche di dolorosi incroci. Poche le certezze se non l’esserci e qualche apparente sicurezza. Se questo, spesso, è il comune sentire è, decisamente, più bello e affascinante lo sviluppo che di questa visione regalano artisti e scrittori. Se poi il connubio è totale, ecco che ci si trova davanti ad un gran bel disco.
Percorsi, questo il titolo dell’album che segna il ritorno dopo ben otto anni dei Plurima Mundi, nasce dalla collaborazione del gruppo pugliese con la scrittrice Maria Giuseppina Pagnotta.
Un momento di riflessione lungo la via, un voltarsi indietro per rivedere quel volto arrivato alla fine del percorso e scambiare un’ultima muta conversazione, un rivivere emozioni e sensazioni morte e un tempo condivise con chi ora percorre altre vie, un riflettere sui giorni passati e quelli futuri. Testi di raffinata bellezza che si dipanano in un altrettanto raffinato tappeto musicale. È un progressive sinfonico colto e delicato dalle spiccate radici classiche, ma che sa contaminarsi con sonorità tanto mediterranee quanto rock.
Otto anni per il secondo album non sono pochi e se qualche elemento ha scelto altre vie e altri si sono aggiunti, l’attività live non si è mai fermata raggiungendo un affiatamento che mi porta a dire che Percorsi è un piccolo grande capolavoro.
Plurima Mundi – Percorsi
Testi di raffinata bellezza che si dipanano in un altrettanto raffinato tappeto musicale.