Interviste

Pinhdar, Intervista

Scritto da Caterina Lucia

Parallel è un multiverso. Un viaggio attraverso la creazione musicale, le dimensioni del suono e il futuro del cosmo. Intervista ai Pinhdar sul nuovo album co-prodotto con Howie B

Parallel è il nuovo album dei Pinhdar, uscito lo scorso 26 marzo in digitale, in CD e in un’edizione limitata in vinile pubblicata dall’etichetta inglese Fruits de Mer Records.
L’album è stato interamente registrato durante il lockdown causato dall’epidemia di COVID-19 nello studio di Milano di proprietà del duo, che ha suonato il tutto in completa autonomia, ed è stato successivamente co-prodotto a distanza con Howie B, celebre musicista e produttore scozzese che nel corso della sua carriera ha collaborato con grandissimi artisti quali Björk, Massive Attack, Tricky, Everything But The Girl, U2 e molti altri.
Parallel è un multiverso. Un viaggio attraverso la creazione musicale, le dimensioni del suono e il futuro del cosmo. I brani seguono l’istinto e lasciano libero sfogo alle paure, le ansie e l’incertezza. Nulla è lasciato al caso, ogni suono segue un preciso movimento e la voce di Cecilia Mirandoli accompagna l’ascoltatore in un universo parallelo come Virgilio con Dante.
Tracce relativamente brevi, incisive ed estremamente varie. Un album che si screzia di elementi naturali e synth che ci trasportano ora in una foresta notturna, ora nello spazio aperto, ora nel ventre di una creatura viscida ma benevola. I ritmi sono spezzati, i bassi sinuosi, gli ambienti sinistri ma familiari, le melodie sbilenche eppure catchy, liberatorie, così come le poche, lente, e bellissime danze. I Pinhdar sono liberi nella composizione, distruggono qualsivoglia schema per seguire solo il suo infinito talento. Valore aggiunto e anzi focale del lavoro è la co-produzione perfetta di Howie B che mantiene intatta l’anima dell’album.

Ciao Cecilia e ciao Max, benvenuti su SOund36! Il nome Pinhdar deriva dell’antico poeta lirico greco Pindaro, simbolo di immaginazione e voli creativi in universi paralleli. Un scelta ardua e romantica! Come nasce il vostro progetto?
Ciao e innanzitutto grazie della chiacchierata!
Il nostro progetto è nato nel 2019 da due musicisti amici da sempre (Max Tarenzi e Cecilia Miradoli ) già membri fondatori della rock band Nomoredolls e organizzatori del festival indipendente A Night Like This. Dopo tanti anni dedicati a quest’ultimo che ci assorbiva davvero ogni energia creativa, ma che ci ha anche permesso di conoscere tanta musica nuova e maturare artisticamente, abbiamo sentito che era tornato il momento di comporre e suonare qualcosa di nostro. Pindaro è il lirico greco che più ha creato paesaggi irreali, ultraterreni e quasi stellari, attraverso lo slancio delle immagini , i cosiddetti “voli pindarici” appunto i viaggi in universi paralleli. Già nel primo ep omonimo ma soprattutto nell’album appena pubblicato “Parallel” abbiamo avvertito il bisogno di dipingere attraverso la musica e i testi, delle realtà parallele, dei binari differenti su cui la vita può scorrere e che aprono infinite possibili alternative e conseguenze. A livello personale ma anche e soprattutto per l’umanità e il nostro pianeta.

Parallel è il titolo del vostro nuovo album, uscito il 26 marzo 2021 con la co-produzione di Howie B. Ogni nota suonata è una trasmigrazione verso un altro luogo, un viaggio vero e proprio che alterna strade sconosciute e senza vie di fuga ad aperture e boccate d’aria infinite. E’ stata una gestazione catartica?
Assolutamente. ”Parallel” è stato concepito e registrato interamente durante il primo lockdown del 2020 attraversato anche da vicende personali drammatiche, quando ci siamo trovati per necessità ad essere letteralmente chiusi nel nostro home studio che è diventato rifugio e prigione da cui evadere attraverso l’immaginazione. L’album è un concept che ripercorre le fragilità e le paure umane iniziando da quella universale della vecchiaia e della morte nel primo brano “Anacreonte”, per risalire di canzone in canzone, come nei gironi danteschi al contrario, verso la luce e la boccata d’aria senza fine dell’ultimo pezzo con la sua lunga coda che è appunto un viaggio verso nuovi mondi pieno di speranza.Sempre dipingendo possibilità parallele.

Howie B, celebre musicista e produttore scozzese che nel corso della sua carriera ha collaborato con grandissimi artisti quali Björk, Massive Attack, Tricky, Everything But The Girl, U2 e molti altri. Perchè avete scelto la sua produzione?
Ad album finito ci siamo resi conto che eravamo stati davvero chiusi in una bolla creativa e forse questi brani dovevano volare fuori da noi per aggiungere una scintilla ,una vibe che gli desse quel legame che crediamo abbia raggiunto. Abbiamo spedito i rough mixes a un paio di produttori che ci piacevano molto e ne abbiamo ricevuto risposte positive che ci hanno dato un’iniezione di fiducia ma mai avremmo pensato in una così entusiastica da una leggenda come Howie B che non solo lo ha mixato ma anche co- prodotto aggiungendo la sua immensa vibe al nostro mondo ,con intelligenza e rispetto delle nostre personalità ma con un’inconfondibile firma che ha reso l’album ancora più coerente e più verso quel suono trip hop che stavamo cercando.

L’album è stato interamente registrato durante il lockdown nel vostro studio di Milano ed avete suonato il tutto in completa autonomia, che ricordo avete di quei giorni?
Di quei giorni ricordiamo soprattutto il costante senso di smarrimento, la sensazione prima di vivere dentro un film dalla trama distopica, poi, una volta andati a sbattere contro la drammatica realtà delle circostanze, l’angoscia e anche la forza e la volontà di uscirne ma con uno sguardo più maturo sul mondo.La nostra città Milano, avvolta nel silenzio così diversa e fragile da come la conoscevamo, ci ha fatto tenerezza , ci siamo sentiti piccoli di fronte alle stelle

Anche l’artwork del vostro album sembra rispecchiare le vostre emozioni di quei giorni …
Si, la casa è simbolo di un luogo rassicurante ma la nostra poggia su un elemento instabile, l’acqua.Con Elisabetta Cardella, l’artista e grafica che l’ha disegnata, abbiamo cercato di raffigurare questo dualismo distopico e crediamo che sia l’artwork che i colori lo rappresentino in modo forte.Anche l’interno dell’album che raffigura appunto la casa vista da dentro, non ha arredi ma solo acqua a sottolineare l’instabilità su cui si basano le nostre certezze e anche la stessa realtà parallela che ci siamo creiati.

Grazie per essere stati a bordo del magic bus. Lascio a voi la parola per chiudere quest’intervista con un vostro pensiero per i lettori di Sound36.
Grazie a voi e speriamo che questo periodo passi presto ma che ci sia servito per diventare esseri migliori, per costruire mondi paralleli imparando da quanto di sbagliato abbiamo portato in questo nostro e a chi vorrà ascoltare il nostro album chiediamo di farlo possibilmente prima dell’alba e dopo il tramonto lasciandosi trasportare con fiducia perché il finale è tutto aperto, sta a noi scriverlo.

About the author

Caterina Lucia

Ribelle, testarda e con un animo fortemente punk. Sempre alla ricerca della bellezza, sono amante della musica, dell’arte, della poesia e del caos. Guardo oltre le apparenze, mi riconosco nei particolari impercettibili. La scrittura è una necessità per dissestare i miei pensieri.

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