Se fosse un vino?(*)
Giochiamo allora, se fosse un vino Piero Pelù quale sarebbe?
No, un Sassicaia no, per quello l’abbinamento giusto c’è già ed è Mr Gordon Sammer, in arte Sting, che da quelle parti dimora. Per l’ex Litfiba ci vedrei invece un Chianti classico, riserva magari, di quelle lasciate in cantina ben oltre il previsto, lì ad affinarsi, a smussare gli spigoli dei tannini di gioventù che lo facevano sembrare un Diablo al palato, da sovrastare un brasato di cinghiale. Ora che ha attraversato Deserti, è un po’ più Fragile, maturo.
A Torino è stato servito a quasi 600 persone, sold out all’Hiroshima Mon Amour, in compagnia di Amudi Safa (chitarra), Luca Martelli (batteria) e Max Gelsi (basso).
Da poco uscito, Deserti è il secondo album della Trilogia del Disagio, dove affronta temi legati alla difficoltà di comunicazione, dal quale attinge per la scaletta, ma non solo, c’è spazio per qualche classico ben strutturato, tanto per ricordarci che il colore aranciato dell’affinamento non ci deve trarre in inganno: il Diablo è ancora lì a dar da bere a tutti i 600 del mitico club torinese.
Il mio nome è mai più, diede il via, molti anni fa, alla collaborazione con Emergency che continua anche in questo tour, così come la sua versione di Bella Ciao cantata nel finale dello show.
Sì, è tornato! Lo spettacolo può cominciare.
Cin cin! (come si dice qui)
(*)se vi piace l’abbinamento musica/vino vi consiglio:
-Elogio all’invecchiamento. Andrea Scanzi ed.Mondadori
-Vini e vinili. Maurizio Pratelli ed. Arcana
Ringrazio entrambi per lo spunto, oltre che la squisita collaborazione di Hiroshima Mon Amour e della loro insostituibile addetta stampa Glenda.
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Piero Pelù@Hiroshima Mon Amour,
Torino 8 maggio 2025
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