L’inconscio ha un potere inammissibile. E’ libero e destabilizzante il suo modo di operare al di fuori dal controllo del nostro conscio, non vi è cambiamento senza un’accettazione incondizionata di ciò che siamo e molto spesso altro non siamo che i nemici acerrimi di noi stessi; il sé istintivo è forte e sarà sempre lui a vincere. Quanto realmente conosciamo le nostre ansie, le nostre psicosi o debolezze? Forse poco, magari le reprimiamo con la speranza che non ci destabilizzino più. Non è per niente facile analizzarsi con sincerità, guardarsi allo specchio come ha fatto Andrea Cassetta e trasformare in musica e video i sentimenti più sovversivi.
Il progetto Dove I Pesci Affogano è una trilogia suddivisa in capitoli, ognuno dei quali comprende EP e cortometraggio, il leitmotiv è il surrealismo della vita onirica. Si deve cadere nella paura di conoscere sé stessi più profondamente e affogare nel Capitolo 1 L’abisso per intraprendere questo viaggio onirico che comincia con una resa di fronte ad una realtà che sta troppo stretta e porta a non lottare più per ciò a cui davvero aspiriamo; ci lasciamo sopraffare dalla rabbia, dalla noia, dai rancori, dai fallimenti senza reagire e diventiamo “0staggi della realtà”. Paradossalmente si trova conforto nell’autodistruzione, diventa inutile parlare è più facile evadere e prendersela con il nemico riflesso nello specchio, trova spazio l’apatia che forza un violento naufragio sulle “Rive della desolazione”. Le immagini che accompagno i brani sono semplici e dirette, le sensazioni che trasmettono sono di tormento perenne e lo stesso vale per i suoni che in questo primo capitolo sono meno grevi rispetto al sequel.
Il secondo capitolo è certamente più complesso nei pensieri, i suoni si fanno più duri e soffocanti, rimarcano l’asprezza delle parole e la voce malinconica scandisce una recitazione molto sentita. Abbandonarsi all’inconscio è molto più difficile di quanto possa sembrare, ci perdiamo in rifugi che alterano la realtà per paura di soffrire non accorgendoci che freniamo anche i gesti più docili, ci facciamo assalire dal panico come in “Naufraghi del delirio”, brano caratterizzato da una cadenza asfittica e un testo visionario. Quando decidi di guardarti dentro devi essere pronto a vedere i difetti, le mancanze, gli errori … sì, può far male ma è l’unico modo per poter ricominciare meglio, magari mettendo da parte il cinismo e afferrando la presa di chi porge la mano per tirarci fuori dalle “Sabbie mobili”.
L’obiettivo di Andrea Cassetta è quello di ricreare atmosfere surreali di incubi e paure, sinceramente sono molto convinta che chiunque ascolti entrambi gli EP possa tirare fuori qualsiasi cosa. Ho avuto modo di dedicarmi all’ascolto di questi due lavori in momenti e stati d’animo molto diversi: per esempio il primo ascolto è stato in macchina poco concentrata alla guida molto presa da una mezza euforia, carica di aspettative per una situazione che da lì a poco avrei affrontato e Capitolo 1 L’abisso ha fatto da colonna sonora trasmettendomi molta energia positiva, è stato un ascolto terapeutico in cui ho preso molte consapevolezze e tirato fuori grinta e coraggio. Posso dire che l’ultimo ascolto di Capitolo 2 L’inconscio è stato devastante e si è prepotentemente impresso nella mia mente il brano “Dopamina”.
Chissà cosa nasconderà il terzo capitolo, se alla fine un raggio di luce taglierà di netto il buio fondo della stanza nella quale ci alieniamo. E voi quanto rimarrete in apnea senza affogare?
Dove i Pesci Affogano – Capitolo 2 l’inconscio
Dove i Pesci Affogano è un viaggio asfittico alla ricerca di sé tra illusione e realtà.