“Sono impegnato a comprare e possedere Gaza. Per quanto riguarda la nostra ricostruzione, potremmo darla ad altri Stati del Medio Oriente per costruirne alcune parti” ha detto Trump domenica ai giornalisti a bordo dell’Air force one mentre si recava al Super Bowl di New Orleans.
La prima domanda che mi viene in mente è: a chi la dovrebbe comprare?
Mi immagino Donald davanti al notaio, con il suoi documenti d’identità, il suo codice fiscale, l’estratto dell’atto di matrimonio e una copia del visto d’ingresso, forse anche la richiesta di mutuo per quel tipo di mega resort che ormai infesta la maggioranza delle coste mondiali.
“I documenti di proprietà del terreno?” chiede il notaio.
Il venditore allunga un libro.
Il notaio guarda perplesso una copia dell’antico testamento.
“Intendevo i documenti, lo storico che attesta la proprietà”
Il venditore indica sollecito ancora il libro.
Il notaio sospira “Questo documento non è valido da più di duemila anni”
Donald fa un ampio sorriso, poggia una ventiquattr’ore sul tavolo e la apre.
“Questo documento è ancora valido?” dice accarezzando con la mano il letto di dollari.
“Per quanto tempo è per sempre?”
Sono impegnato a comprare e possedere Gaza