Recensioni

Ozzy Osbourne – Ordinary Man

Scritto da Fernanda Patamia

L’album di Ozzy è una sintesi hard rock con incursioni nell’heavy metal

Ordinary Man è l’undicesimo album in studio di Ozzy Osbourne, rilasciato il 21 febbraio 2020 dopo ben dieci anni di distanza dall’ultimo lavoro in studio.
Sin da subito la fiammeggiante chitarra di Slash infuoca l’atmosfera di Straight To Hell, che si apre con le parole All right now, identiche a quelle dell’opening-track di Master Of Reality, Sweet Leaf. I cori angelici contrastano l’ambientazione grottesca del brano e la voce iper-effettata di Ozzy, demone sovrano degli abissi infernali.
La seconda traccia, All My Life, si fa invece più intima e riflessiva mentre il padrino dell’heavy metal passa in rassegna la sua vita accompagnato dalla tuonante batteria di Chad Smith (Red Hot Chili Peppers).
Uno dei punti più alti è rappresentato da Goodbye, che ricorda moltissimo il doom dei primi album dei Black Sabbath, con la chitarra graffiante di Andrew Watt e il testo quasi delirante.
Ma la vera perla dell’opera è Ordinary Man, che si apre col tocco inconfondibile di Elton John al piano in una ballad melodica e sinuosa che rimane impressa per la sua dolcezza. La sintonia fra i due artisti ci regala un brano sulla fama, sul rapporto dell’artista con l’ascoltatore e soprattutto sulla gratitudine, uno dei pezzi più commoventi scritti da Ozzy.
L’arpeggiata Under The Graveyard rappresenta uno dei brani meglio riusciti col suo ritornello possente e il basso corposo di Duff, mentre il grunge e le distorsioni di Today Is The End ci fanno pensare agli Alice in Chains di Dirt.
L’intro di Eat Me ci riporta con la mente negli anni Settanta e precisamente a The Wizard dei Black Sabbath, con la sua armonica e i suoni pesanti del basso e della chitarra.
Gli arpeggi tornano in Scary Little Green Man, brano vigoroso con Tom Morello alla chitarra che richiama le atmosfere di Scream.
Holy For Tonight è invece una canzone quasi sofferta, dal ritmo lento, soffuso e poetico.
Anticipato dall’uscita di quattro singoli, per quest’album Il Principe delle Tenebre si è avvalso della collaborazione di numerosi artisti: Charlie Puth alle tastiere in Straight To Hell, Trevis Scott in Take What You Want. L’album è una sintesi hard rock con incursioni nell’heavy metal.
Singolare è la scelta di inserire nella scaletta due pezzi lontani anni luce dal mondo metal, con Post Malone che alterna il suo flow rap/hip-hop alla voce del Madman. Si tratta di It’s A Raid, brano caotico e dalla batteria in stile garage/noise rock, e Take What You Want, il pezzo dal sound più leggero e orecchiabile di tutto il disco.

About the author

Fernanda Patamia

Sono la vocina paranoica nella testa di Tyler Durden. Sono la distorsione più rumorosa in un album dei Sonic Youth. Studio giurisprudenza ma spesso mi perdo fra dischi e libri su SOund36 e Leggere:tutti.

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