Nella notte gelida di Roma che precede l’Epifania, ci hanno pensato gli Omosumo a scaldare i cuori del pubblico del Monk.
Gli Omosumo, band rock/elettronica/psichedelica di Palermo, sono Angelo Sicurella (voce, drum machine, synth), Roberto Cammarata (chitarra, synth) e Antonio Di Martino (basso).
Saliti alle cronache con l’EP “Ci proveremo a non farci male” (Malintenti/Edel) uscito nel maggio del 2013 col mixaggio di Mario J. McNulty e seguito da un tour estivo che li vede calcare la scena di diversi festival di rilievo, il 30 settembre 2014 danno alla luce il primo LP intitolotato “Surfin Gaza”, edito da Malintenti/Edel.
Un lavoro, questo, ispirato dalla vicenda del Gaza Surf Club e di Surf4Peace,
una comunità di surfisti di diverse nazionalità (americana, palestinese, israeliana, ecc…), che si ritrova a surfare assieme su un mare che, ipoteticamente e romanticamente, accantona in nome della buona musica le guerre e gli scontri che, da troppo tempo, falcidiano quel territorio.
Il tour catapulta la band, cui nel frattempo si è aggiunto il violoncellista Angelo Di Mino, direttamente negli Stati Uniti e, precisamente, al South By South West di Austin.
Nel novembre 2016, la band partorisce il suo secondo album dal titolo omonimo,
mixato dal produttore canadese Colin Stewart (Black Mountain, Sleepy Sun).
Un album pensato e scritto con l’intenzione di prendere le distanze da riferimenti contemporanei e concepito, quindi, in una condizione atemporale, sia da un punto di vista musicale che testuale.
Il pubblico del Monk gradisce. E sorride. Le luci creano atmosfera e la musica avvolge leggera quanti hanno sfidato il gelo di Roma soltanto per assistere a questa nuova, indimenticabile, performance live.
Articolo e Foto di Bruno Pecchioli