Il viaggio tra le releases della RareNoiseRecord giunge, almeno per questa stagione, al suo approdo ultimo. Dopo gli ascolti di Summa degli Jü e Soul Of An Octopus degli O.R.k., a chiudere il trittico sono gli Obake. Anche in questo caso, come è stato per Soul Of An Octopus, si tratta di un approdo sicuro, perché ho avuto già modo nel 2014, in occasione dell’uscita di Mutations, di apprezzarne atmosfere e sonorità. La line-up è pressoché identica: ritroviamo Lorenzo Esposito Fornasari e Colin Edwin due dei membri degli O.R.k., il batterista Jacopo Pierazzuoli che ha sostituito Balázs Pándi e Eraldo Bernocchi creatore del progetto.
Obake e Draugr oltre ad essere rispettivamente nome del gruppo e titolo dell’album, sono inquietanti creature mitologiche. La prima appartiene alla tradizione giapponese ed è una sorta di creatura soprannaturale che si aggira tra gli umani cambiando forma. La seconda è una parola indoeuropea che indica una creatura che ritorna dagli inferi. Parole e figure che hanno anche un significato prettamente simbolico, che fa esplicito riferimento alla Musica: innovare contaminando registri stilistici diversi, mantenendo come punto di riferimento le suggestioni musicali provenienti da un passato lontano, ma sempre fulgido.
Dare una collocazione definita, ammesso che sia possibile, a Draugr non è facile. Per dare un’idea di massima facciamo riferimento a due macro categorie quali il doom e il grindcore che rappresentano, probabilmente, l’elemento tradizionale, mentre le suggestioni ambient, il rock progressivo, il jazz e il noise incarnano la natura cangiante e innovativa del progetto.
Draugr concilia anche un’altra contraddizione apparente: l’improvvisazione e il labor limae. Cinque giorni di session per catturare l’energia del momento creativo a cui fanno da contraltare i mesi dedicati ad un meticoloso lavoro di scrittura dei testi e arrangiamenti.
Potremmo aggiungere che anche questo terzo album è di livello internazionale ma… non sarebbe una notizia ma un’ovvietà.
Obake – Draugr
innovare contaminando registri stilistici diversi, mantenendo come punto di riferimento le suggestioni musicali provenienti da un passato lontano, ma sempre fulgido