Nizām era il più bravo del suo corso. Nessuno come lui era in grado di sviluppare algoritmi efficienti capaci di analizzare migliaia di dati contemporaneamente e di automatizzare processi complessi, evitando errori e inutili perdite di tempo. Era ad esempio grazie a lui che nell’universo le prime stelle si erano accese nel giro nel giro di soli 100-200 milioni di anni. Suo infatti era l’algoritmo che, analizzando dati come densità, temperatura e composizione chimica delle nebulose, permetteva di individuare senza margine di errore il posto ideale dove far nascere una stella. Gli algoritmi dei suoi compagni di corso erano invece pieni di errori e se li avessimo usati, probabilmente staremmo ancora a navigare in un universo denso e buio.
Nizām continuava a dire agli altri che era solo una questione di pignoleria. Non si doveva trascurare nessuna informazione, nessuna variabile. Bastava teoricamente fornire tutte le informazioni sullo stato presente di ogni particella dell’universo, calcolare tutte le possibili interconnessioni tra esse e l’algoritmo avrebbe permesso di prevedere qualsiasi evento futuro.
Questo in verità divenne il suo chiodo fisso: sviluppare l’algoritmo degli algoritmi. Nulla sarebbe stato lasciato al caso e all’incertezza. La sua fatica e la sua testardaggine portarono frutto e finalmente fu in grado di testare l’AL, il suo algoritmo degli algoritmi. AL in effetti era stupefacente, sapeva ad esempio prevedere su quali pianeti e quando si sarebbero sviluppati organismi viventi prima ancora che si accendesse il sole del pianeta stesso.
Ma non solo, permetteva ad esempio di prevedere con assoluta certezza che su K2-18b, secondo pianeta di una nana rossa a circa 26000 anni luce dal centro della sua galassia, la signorina Mada, che avrebbe vissuto nella città di Eridu a 500 metri sotto il livello dell’immenso oceano, la prima mattina della stagione delle piogge dell’anno 17000 del terzo periodo, avrebbe preso un raffreddore (cosa tra l’altro pericolosissima sul pianeta K2-18b) che le avrebbe impedito di andare a lavoro per 70 anni e un giorno.
Per fare un altro esempio, AL sapeva che, esattamente alle ore 9:10 del 24 novembre del 2024, il sig. Alessandro Desideri, di anni 24, si sarebbe trovato a via Calandrelli, Roma, davanti al civico 20 e che un moscerino, nonostante la stagione autunnale, ancora vivo a causa del riscaldamento globale, gli sarebbe entrato nell’occhio destro. Questo evento avrebbe fermato il passo del sig. Desideri impedendogli di scontrarsi con la signorina Emma Verina, che risaliva sulla stessa via, e di fatto di fare la conoscenza con l’amore della sua vita. Il punto fu che il 24 novembre del 2024, il moscerino entrato nell’occhio destro del sig. Desideri, non gli impedì di vedere e innamorarsi all’istante, contro ogni logica previsione, della signorina Emma e di rincorrerla risalendo via Calandrelli, con un occhio rosso e dolorante e quindi, di fatto, di conoscere l’amore della sua vita.
Nizām era sconcertato, dov’era l’errore? Non si era concentrato troppo a controllare tutti gli eventi dell’universo, anche perché la prevedibilità del tutto iniziava ad annoiarlo, ma doveva capire perché l’algoritmo si era sbagliato. Fu così che si accorse che sul pianeta del sig. Alessandro Desideri e della signorina Emma Verina, pochissimo tempo prima, un uomo e una donna, contrariamente a quanto aveva previsto il suo algoritmo, avevano deciso di mangiare un frutto che non avrebbero dovuto mangiare. Nizām controllò e ricontrollò più volte. AL dava sempre lo stesso risultato: quel frutto non doveva essere mangiato. La previsione sbagliata di questo banalissimo evento aveva scompaginato tutto, nulla aveva più ordine. L’universo non solo non era una sequenza di eventi interconnessi e ordinati in una serie di eventi inevitabili, ma in verità non lo era mai stato.
A dirla tutta l’universo era un vero guazzabuglio, un insieme di miliardi di probabilità che si dispiegavano in un ventaglio di possibilità che generano altre possibilità: un mistero!
Con suo stesso stupore Nizām si accorse che la cosa gli piaceva molto più di quanto qualsiasi algoritmo avrebbe potuto prevedere e sorrise quando, andando a controllare, si accorse che sul pianeta K2-18b, la signorina Mada, non prese affatto alcun raffreddore e quella mattina andò tranquillamente a lavorare, come tutte le mattine, nuotando con i suoi dodici tentacoli nelle acque calde dell’immenso oceano.
Nizam e l’algoritmo
A dirla tutta l’universo era un vero guazzabuglio, un insieme di miliardi di probabilità che si dispiegavano in un ventaglio di possibilità che generano altre possibilità: un mistero!