Nick Mason @ Sequoie Music Park

Nick Mason ritorna in Italia con un super gruppo. L’obiettivo è riportare sui palchi i primi successi dei Pink Floyd, attingendo alla discografia pre Dark Side of The Moon,ricreando le atmosfere del gruppo che nel tempo ha influenzato intere generazioni. Le date dei concerti saranno sei, e una passa per Bologna al Sequoie Music Park, un enorme spazio verde, molto confortevole, alle porte della città e molto ben servito dai mezzi pubblici. Il super gruppo si chiama Saucerful of Secrets ed è composto da Guy Pratt (bassista dei Floyd), Gary Kemp (Spandau Ballet) e Lee Harris (Blockheads), mostri sacri che hanno riempito stadi di tutto il mondo. Nick Berkeley Mason, il suo nome per intero, ha compiuto da poco ottanta anni e ancora si difende alla grande dietro al suo set di tamburi pur, non essendo un batterista che ha approfondito a fondo lo strumento, suona molto bene il jazz mescolandolo con un po’ di pop e rock, ricavandosi un nomignolo particolare: “L’esecutore del 4/4 lento”, che comunque lo ha dotato di una buona tecnica. Nick Mason si è distinto nei Pink Floyd per essere stato l’unico membro stabile al loro interno nel periodo di attività, regalando continuità al gruppo senza mai perdersi, e proprio per questa devozione al suo lavoro nei Pink Floyd, nel lontano 1966 è stato inserito nel Rock and Roll Hall of Fame. Tra le sue passioni possiamo trovare una collezione privata pazzesca di auto storiche, Mason è un vero esperto del settore, scrivendo libri importi e fondando perfino una sua scuderia personale.
Tornando alla serata delle Sequoie Music Park, il concerto si presenta come un’opera senza tempo, uno spettacolo immaginato come un viaggio rievocativo di quelle atmosfere giovanili che fecero grande la musica inglese e gli stessi Pink Floyd. Il concerto si snoda lungo una strada ben collaudata che passa dai primi grandi dischi del gruppo: The Piper At The Gates Of Dawn, A Saucerful Of Secrets e Ummagumma, una trilogia di sperimentazione futuristica con uno sguardo sui sogni psichedelici di quell’epoca giovanile. Una serata sicuramente “un po’ nostalgica”, ma anche una dedica vibrante agli anni del rock che immaginava mondi lontani dove perdersi.