Neanche gli ideatori dei Simpsons avrebbero potuto prevedere un’accoppiata tanto Marvell: l’egocentrico narcisista miliardario e il presidente con il ciuffo a banana. Ma tra i 334,9 milioni di abitanti degli USA, possibile che, per affrontare i temibili due, hanno trovato solo il blando Biden e poi la sua vice? In un mondo sovraffollato la politica è un arido deserto.
Per quale errore di calcolo l’Universo ha portato dritto Elon Musk dentro la Casa Bianca? Quale algoritmo ha usato quel dio capace di inventare gli abbinamenti epocali più strani?
Forse dio non c’entra niente, perché chiamare lo stesso Musk dio ancora per fortuna non è il caso. Infatti il CCDH, ovvero ilCenter for Countering Digital Hate, ha individuato “uno schema distinto che potrebbe indicare un cambiamento algoritmico che ha favorito in modo sproporzionato l’account di Musk, contribuendo a un notevole vantaggio in termini di engagement”. Ossia Il buon Musk avrebbe modificato l’algoritmo di X per amplificare la portata dei suoi post per portare la piattaforma a favore di Trump.
Siamo entrati nell’era della guerra degli algoritmi. Oggi il potere più importante è la capacità di modificare gli algoritmi che scandiscono ogni secondo della nostra tecnologica vita.
E noi, stringendo stretto il cellulare, ignari ci avviamo saltellando come agnelli verso una pasqua sacrificale.
Musk e la guerra degli algoritmi
Il buon Musk avrebbe modificato l’algoritmo di X per amplificare la portata dei suoi post per portare la piattaforma a favore di Trump