Tra i percursori del moderno post-rock, i Mogwai tornano ad allietarci a quattro anni di distanza dal precedente e acclamatissimo As The Love Continues. Noi stessi di SOund36 ne abbiamo tessuto le lodi, ebbri di così tanta qualità musicale. Con il nuovo The Bad Fire, la band scozzese prosegue il percorso intrapreso quasi trent’anni fa, facendo sfoggio di una coerenza non comune.
I suoni alienanti ed elettronici di “God Gets You Back” ci introducono a questo ultimo capitolo, condendo le sonorità con una massiccia dose di vocoder. In “Hi Chaos” si scorgono le armonie familiari di brani come “Friend Of The Night” o “Like Herod”, con la veemenza che dalla calma sorge per reclamare il suo giusto spazio. La soffusa “What Kind Of Mix Is This?” ci porta verso il singolo “Fanzine Made Of Flesh”, uno dei brani più marcatamente rock del lotto, abbellita da una melodia vocale, che sopravvive all’ingombrante mascheramento degli effetti sintetici.
Dopo le sognanti “Pale Vegan Hip Pain” e “If You Find This World Bad, You Should See Some Of The Others”, si arriva a “18 Volcanoes”, una traccia solenne con chiare venature shoegaze, e a “Lion Rumpus”, un’eruzione continua di bordate portate a turno dai vari componenti del gruppo.
The Bad Fire mostra i molteplici lati di una band che ha fatto della voglia di non omologarsi il proprio cavallo di battaglia, continuando a trovare nuove forme di sperimentazione dentro se stessi. Usiamo gli occhi per guardare la nostra vita che procede, ci penseranno i Mogwai a cucirci addosso una perfetta colonna sonora esistenziale.
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