“Nulla può impedire al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia” recitava il poeta americano Khalil Gibran, di fronte a certi fenomeni incredibili verrebbe però da chiedersi chi decide quanto la notte può durare.
E’ quanto mi sono chiesto leggendo le cronache dell’agonia di Papa Francesco, che hanno alternato notizie drammatiche di polmonite bilaterale ormai invincibile, cure inefficaci, ad altre notizie che descrivevano invece l’incredibile vitalità del pontefice, pronto a nominare vescovi e a partecipare alle messe presso la cappella situata nel suo appartamento all’ultimo piano del Gemelli. Rigorosamente protetto, va da sé, da qualsiasi sguardo.
Chissà se il Papa partecipa alle messe intubato nel letto, oppure addirittura si alza. L’efficientissimo ufficio stampa del Vaticano ci avvisa comunque che l’attività lavorativa prosegue “sebbene a ritmi ridotti”. Ha del miracoloso.
I miei ricordi sugli effetti della polmonite bilaterale evocano così tanta debolezza da non poter neppure parlare. Ogni tanto migliora, ogni tanto peggiora. E’ una fortuna che ogni tanto migliori perché il lavoro da sbrigare è tanto. Le informazioni cliniche ci vengono dispensate da specialisti di ogni sorta, spesso da luoghi lontani, eppure perfettamente informati della cartella clinica: “prognosi riservata ma si può riprendere”, “situazione critica ma non irreversibile”, “crisi respiratoria ma dopo è tornato il buonumore”. Sempre con il caveat che “il pontefice vuole che venga detta tutta la verità, nient’altro che la verità, sulla sua salute”.
È persino riuscito a ricevere la Meloni, con tanto di servizio dei TG che lo mostravano in convenevoli con essa: peccato che fossero immagini di repertorio.
È comunque una grande soddisfazione che Papa Francesco abbia voluto incontrare, al suo capezzale, proprio Giorgia Meloni, così attenta alle persone indifese e torturate dai regimi. Non trovate? Ha del miracoloso anche questo.
Miracoli nel buio?
L’efficientissimo ufficio stampa del Vaticano ci avvisa comunque che l’attività lavorativa prosegue “sebbene a ritmi ridotti”. Ha del miracoloso.