Sound&Vision

Messa – Legend Club

Scritto da Davide Sciaky

Un’ora e un quarto di concerto per un totale di sette brani – tra cui una splendida “Hour of the Wolf” aggiunta in coda in extremis – e un interludio di chitarra di ottimo gusto

Il primo venerdì di settembre segna l’inizio della nuova stagione concertistica al Legend Club di Milano, oltre che l’inaugurazione del “nuovo” Legend. Il locale ha infatti approfittato della pausa estiva per affrontare un’importante ristrutturazione che ha visto l’installazione di un nuovo impianto audio, nuove luci, un nuovo sistema di condizionamento (vitale nelle calde serate estive) e soprattutto un ampiamento della parte posteriore del locale – con tanto di gradinate rialzate per permettere una migliore visibilità al pubblico -, che ora può ospitare ben 150 persone in più.
A celebrare la serata non poteva esserci band migliore dei Messa, realtà Doom Metal italiana che negli ultimi tempi ha attirato l’interesse degli amanti del genere in un po’ tutto il mondo, che appena lo scorso settembre avevano registrato un entusiasta sold out sempre al Legend Club.
Ad aprire le danze i Pugnale, terzetto dedito ad un caotico mix di Grindcore a tinte Black Metal, sicuramente più estremo rispetto ai due gruppi che li succederanno, e forse per questo un po’ fuori luogo nel contesto della serata. Il pubblico risponde comunque con un discreto entusiasmo in una sala che è già abbastanza piena fin dall’inizio.
Seguono gli Shores of Null, gruppo romano che torna sulle tinte Doom degli headliner, anche loro di ritorno al Legend dopo non troppo tempo: come ricordato dal palco dal cantante stesso, la band aveva presentato qui lo scorso anno l’ultimo album, “The Loss of Beauty”. Sarà proprio quest’anno a farla da padrone in una scaletta di quasi un’ora che si concentra per lo più sui nuovi brani. Con la loro proposta personale e di qualità i romani convincono il pubblico che reagisce entusiasticamente a tutte le canzoni.
All’arrivo dei Messa ormai la sala è gremita e l’aspettativa è tanta. Come scritto sopra, la band veneta si è ritagliata uno spazio tutto suo nella scena Doom e sono tanti quelli che li considerano uno dei gruppi italiani più interessanti degli ultimi anni. Sopra ad una batteria imponente, la chitarra di Alberto e il basso di Marco creano un muro di suono a tratti massiccio, a tratti delicato che forniscono una base perfetta per le sinuose melodie di Sara Bianchin alla voce.
Uno degli aspetti che ha catturato l’interesse di tanti è sicuramente la varietà di influenze che si riflettono nella loro musica, pur perfettamente inscritte in un contesto Doom. Non mancano quindi accenni a Blues (ma d’altronde non erano i Black Sabbath stessi ad aver definito la loro musica “un Blues fortemente distorto”?), musica etnica e ancora altri sound che rendono la musica dei Messa variegata e personale. Un’ora e un quarto di concerto per un totale di sette brani – tra cui una splendida “Hour of the Wolf” aggiunta in coda in extremis – e un interludio di chitarra di ottimo gusto che lasciano tutti i presenti decisamente soddisfatti da questa ripartenza della stagione concertistica.

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Davide Sciaky

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