Sound&Vision

Medea: Un teatro in metamorfosi, saldo nella sua intensità.

Scritto da Roberta Cricelli

È questa la promessa mantenuta dalla XXII edizione del Festival d’Autunno, diretto da Antonietta Santacroce, che nella sezione Nuovi linguaggi in scena abbraccia la filosofia di “CambiaMenti. Linguaggi senza tempo”. Un invito a spogliarsi delle forme note per entrare in territori di senso ancora da disegnare.

Il MARCA – Museo delle Arti di Catanzaro – si fa culla della metamorfosi.
Il 12 ottobre, tra le pareti del museo, prende vita la prima nazionale di uno spettacolo che suggella una trilogia artistica di respiro e profondità. Dopo il corpo danzante di To My Skin e il respiro lirico di Cleopatra, è la volta di Materiale per Medea, che osa una rilettura potente del mito, nel solco rispettoso delle sue origini letterarie.

Nella penombra quasi assoluta, il corpo si fa parola.
Lì, tra luci rade e silenzi tesi, emerge lentamente la figura di Agata Tomšič – ideatrice, regista e interprete per la compagnia ErosAntEros. La sua Medea magnetizza lo sguardo: maga, amante, madre, presenza carnale che attraversa il desiderio e la colpa. Una sagoma di carne viva che interroga, scuote e costringe al confronto con un femminile primigenio, ruvido, vero.

Il linguaggio di Heiner Müller si fa sostanza sonora e visiva.
Aspro, tagliente, lirico e politico, si riversa sulla scena come magma che incendia e trasforma. È parola che si ascolta ma anche si vede, si immagina, si attraversa. In questa rarefazione sensoriale, il pubblico viene condotto in un altrove, dove l’ascolto si fa immagine e l’immagine domanda risposte al presente.

Medea, mille volti e nessuna pace.
C’è la Medea di Euripide, vendicatrice divina, arma contro l’arroganza maschile. La donna lacerata di Pasolini, che uccide per amore e viene tradita fino all’atroce vendetta. C’è quella isolata e scissa di Corrado Alvaro. E poi la Medea di Müller, che si fa specchio dell’umanità spezzata, intrisa di conflitto e sottomissione.

Tre movimenti per una Medea che sfugge alla gabbia del tempo.
Riva abbandonata” è lo squarcio finale della guerra, a Strausberg; una terra in rovina da cui tutto riparte. “Materiale per Medea”, cuore dello spettacolo, è un vortice sonoro e verbale, dove la voce si moltiplica – anche in quella artificiale di un alter ego metallico – e intreccia i nomi di Seneca, Euripide, Hans Henny Jahnn. Infine, “Paesaggio con Argonauti”, ispirato a Wasteland e ad Ezra Pound, che preannuncia le sciagure dell’umanità con una lucidità inquietante.

Una Medea fluida, senza confini.
Pronta a esplodere o implodere in ogni tempo e luogo. È figura archetipica che non chiede di essere capita, ma sentita. La sua voce – anzi, le sue voci – rimbombano tra le pareti del MARCA come un’eco dell’oggi.

Visione, suono, materia. Tutto si fonde.
Le luci di Gianni Gamberini disegnano un’alternanza ipnotica tra buio profondo e lampi dorati, richiamo diretto al mito del Vello d’oro. I costumi di Bàste Sartoria diventano simbolo di ciclicità – vita, morte, ambizione. Le musiche di Matevž Kolenc, compositore e produttore nominato ai Premi Ubu 2024, insieme ai suoni rituali degli oggetti scenici, creano una tensione vibrante, una vera esperienza multisensoriale.

Un progetto che unisce rigore e visione.
Alla direzione tecnica e allestimenti di Vincenzo Scorza, si intrecciano le ricerche di Benedetta Bronzini, Anja Quickert e Daniela Sacco. Il tutto sotto l’egida dell’Internationale Heiner Müller Gesellschaft e il patrocinio del Goethe-Institut Mailand.

“Materiale per Medea” è un attraversamento.
Un varco che si apre nel mito e si prolunga nel presente, dove il corpo e la parola non cercano risposte, ma formulano domande. È un gesto scenico che scava, si insinua nelle pieghe della storia, per restituirci una figura femminile che non vuole essere spiegata, ma sentita.

In quella nudità che è atto politico e poetico, Medea non si lascia possedere: ci guarda, ci accusa, forse ci assolve. E mentre si allontana nel buio, resta l’eco della sua voce – voce di tutte, voce di nessuno – che continua a vibrare. Non è finzione. È un richiamo. E ci riguarda.

Per le informazioni e  le fotografie si ringrazia: 

L’UFFICIO STAMPA DEL FESTIVAL Giuseppe Panella e Claudia Fisciletti e la social media manager Anna Trapasso.  

About the author

Roberta Cricelli

Nata a Catanzaro. Classe 1995. Si diploma al Liceo delle Scienze Umane “E. Fermi” di Catanzaro. Si laurea in Sociologia all’Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro e studia Metodi e linguaggi del giornalismo all’Università degli Studi di Messina. Giornalista pubblicista scrive per: la redazione catanzarese de “Il Quotidiano del Sud” , il mensile “Catanzaro City Magazine”, cura la rubrica “Riflessioni allo specchio per “Catanzaro Informa” ed alcuni sui articoli scientifico- divulgativi sono presenti su “Sociologicamente.it”, collabora con l’associazione culturale “ Calabria Contatto”, cura insieme alla poetessa Doris Bellomusto dei contributi per il blog di Radio Ciak e si diletta tra pensieri in versi e in prosa.
Nel 2014 vince una Borsa di studio nell’ambito dell’iniziativa “Pace e Dialogo con le Nuove Generazioni” promossa dal Rotary Club Distretto 2100 per il saggio “L’eterna esigenza dell’uomo”. Nel 2018 è tra i poeti selezionati nell’ ambito della VII edizione del premio “Alda Merini” promosso dall’ Accademia dei Bronzi di Catanzaro per far parte dell’antologia “Versi per Alda” con la poesia “Fenice”. Ad Aprile 2019- Si classifica al PRIMO POSTO al concorso “Calabria in Versi 2019” indetto da “Calabria Contatto” con la poesia “Radices” contenuta nel booklet omonimo del concorso insieme al componimento “Gea- Madre Terra” ed entra a far parte della giuria di qualità delle successive edizioni nella sezione Poesia e del team associativo. A luglio 2019- Il componimento “Intensa- Mente” è tra le opere selezionate nella I edizione del concorso Nazionale di Poesia "Dantebus”. A settembre 2019- Il componimento “marzo” viene inserito nel Calendario 2020 de “L'Albero di Kery ONLUS” nell’ambito del primo concorso di poesia “Rime tra gli alberi” dalla stessa indetto. A giugno 2020- Il componimento “Risacca” è tra le opere selezionate come finalista web nell’ambito del contest “I corpi e i luoghi” indetto dall’ “Accademia Mondiale della Poesia” A luglio 2021- Si classifica al TERZO POSTO alla I edizione “Premio Nazionale di Poesia La Masnada” sezione poesia inedita. Da agosto 2021-Redige recensioni su volumi a tema calabro o di autori calabri per la rubrica “Calabria Libri” sulla piattaforma calabriacontatto.it. A novembre 2021- Cura la prefazione della silloge “In 7 parole” di Italo Cirene (VJ Edizioni). A dicembre 2021 Il componimento “L’acrobata” è pubblicato nel volume “Avvocati. Ritratti di una professione” di Gianluca Bellacoscia (YoucanPrint). A Maggio 2022- ll componimento “a(Essenza)” è selezionato per la pubblicazione all’interno della collana di autori vari “Libro Verde (IVVI Editore).

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