Recensioni Soundcheck

Maryposh – Burrasca

Scritto da Caterina Lucia

La burrasca porta con sé il caos, ma il caos genera bellezza

Se pensiamo alla burrasca, viene quasi spontaneo associarla ad un qualcosa di più o meno negativo. La burrasca toglie energie, obbliga a procedere controvento, ci spaventa e ci sconvolge. Il caos che essa comporta, oltre a spingerci fino ai limiti e farci diventare degli ottimi condottieri, non può fare altro che generare la bellezza del cambiamento. Ultimamente mi sono ritrovata a riflettere sul senso più profondo della parola “burrasca”, ispirata dal titolo del nuovo album autoprodotto dei Maryposh, che ha accompagnato le mie giornate di novembre.
Immergendosi nell’ascolto sembra di passare le varie fasi un marasma mentale, l’imposizione prepotente della calma con l’autoterapia, la forza di voler e poter contare su sé stessi per affrontare le avversità, lo strano  benessere che si prova a stare in mezzo alla confusione totale, l’apparente certezza di avere tutto sotto controllo e l’arrivo finalmente verso la tranquillità.
Le parole sono dolcemente urlate dalla calda voce di Elvira Caobelli anche quando i suoni diventano più duri e si imprimono nella mente in modo ossessivo, quasi a voler dare ancora più forza ai testi. L’album è come se fosse la confessione di una donna che si mette a nudo e riesce ad aprirsi mostrando con grazia le debolezze, le incertezze, la potenza e la ribellione. Una donna che non si tira indietro e fa vedere la sofferenza per la fine di un amore, scontrandosi cinicamente con la realtà e con l’unica sicurezza  di cadere verso il fondo. Fidente in sé stessa di saper trovare il coraggio per darsi lo slancio giusto verso la risalita. Una donna consapevole di essere una regina solitaria, non dà ordini ma li riceve, sceglie di non essere protetta e mostra duramente i segni indelebili. Il tormento qualche volta si placa, dando spazio alla dolcezza pungente come in “Petalo di fiore” , alla visione di sé  con Cattiva”, alla scoperta della verità con L’amore fa male” per poi trasformarsi in un ordine dal tono perentorio come nel brano Guardami”.
Le reazioni diventano imprevedibili e la parte musicale non fa altro che aumentare lo stato di tensione. Il finale vendicativo dà spazio alla rinascita  tanto sperata; arriva la resa per questa donna che  non perde la rotta.  L’instabilità iniziale del cambiamento non la preoccupa, accetta le conseguenze senza timore, affronta la realtà e rimette in ordine lo scompiglio creato dalla tanta temuta burrasca …

About the author

Caterina Lucia

Ribelle, testarda e con un animo fortemente punk. Sempre alla ricerca della bellezza, sono amante della musica, dell’arte, della poesia e del caos. Guardo oltre le apparenze, mi riconosco nei particolari impercettibili. La scrittura è una necessità per dissestare i miei pensieri.

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