Nove canzoni, storie intrise di vita. Nove canzoni che dal quotidiano si proiettano nel disagio universale in cui si dibattono queste ultime generazioni. Canzoni che guardano indietro e che si colorano di nostalgia e rabbia, perché quel futuro che avrebbe dovuto garantire felicità ha garantito solo precarietà. Precarietà di lavoro e, soprattutto, precarietà di sentimenti!
Nove brani in cui si raccontano gli stati d’animo di un uomo di mezza età: un padre che non vede futuro per il figlio laureato, un marito che non riesce più a trovare il bandolo della sua vita travolto dalle difficoltà di un quotidiano sempre più complicato, un uomo che guarda con nostalgia al passato e non capisce dov’è e se c’è un errore.
Un invito a riflettere e a non farsi inghiottire dalla frenesia dei nostri tempi. Un invito ad apprezzare la vita anche nel momento della morte (Dal diario, a mia madre). A tornare a quei ritmi che, anche in tempi difficili, hanno garantito la genuina bontà dei sentimenti.
E se i testi s’inquadrano nella tradizione cantautorale, il tappeto sonoro su cui si dipanano è di matrice post-rock. La sintesi è un cd straordinario che possiamo considerare un unicum nel panorama indipendente italiano. Questi cardini su cui ruota Cucina Povera, secondo straordinario album dei ManzOni, lavoro che più che discusso andrebbe introiettato per cambiare la prospettiva con cui ci si approccia al nuovo giorno.
Fortunato Mannino