Light Hit My Face Like A Straight Light, secondo album di Mallrat, segna una sterzata metempirica nella produzione della cantautrice e produttrice di Brisbane, gettando un ponte tra il mainstream e l’hyperpop. Un concept polisemico sulla luce– intesa anche come forza attrattiva che governa le connessioni umane- in equilibrio tra rivisitazione delle sonorità elettroniche degli anni ’90 (in particolare drum’n’bass), dance sperimentale, richiami dichiarati allo sfarzoso pop di Uninvited, Irish trad e rap.
Menzione per My Darling, My Angel nella quale ad un incipit etereo fa seguito un accattivante sviluppo dance, e per il suggestivo Virtue, costruito sull’apertura quasi mistica del coro dei finlandesi Rajaton, ensemble a cappella a sei voci.
Mallrat ha riunito Stylaz Fuego (Troye Sivan, Tate McRae) e Alive Ivy – già presenti in Butterfly Blue – ai produttori di musica elettronica Chrome Sparks, Casey MQ e Kito (Skrillex, FLETCHER) per un lavoro contaminato, coeso, e – è proprio il caso di dirlo- illuminato da una vocalità minimale e magnetica.
Mallrat – Light Hit My Face Like A Straight Light
Un ponte tra il mainstream e l’hyperpop

