L’Ippodromo delle Capannelle, iconico palco estivo della Capitale, ha ospitato ieri sera un concerto che si preannunciava speciale, e che tale si è rivelato: Lucio Corsi ha incantato il pubblico romano con la sua poetica unica, trasformando l’ampio spazio all’aperto in un affascinante teatro a cielo aperto, intriso di surrealtà e sonorità rock d’autore.
Fin dalle prime note, il cantautore maremmano ha trasportato la platea nel suo universo singolare. Vestito con il suo inconfondibile stile, un mix tra il dandy di provincia e il cowboy bohémien, Corsi ha aperto le danze con i brani del suo acclamato ultimo lavoro, “La gente che sogna”, che ha subito catturato l’attenzione con le sue liriche evocative e le sue atmosfere sognanti.
Il palcoscenico di Capannelle, pur nella sua grandezza, non ha mai sovrastato la presenza magnetica di Corsi. Anzi, ha offerto lo spazio ideale per amplificare le sue storie di personaggi improbabili, paesaggi della Maremma che si fondono con la fantasia, e riflessioni acute sulla società contemporanea. Il pubblico, eterogeneo e attento, ha cantato a squarciagola i successi più noti, da “Cosa faremo da grandi” a “Trieste”, dimostrando un legame profondo con l’immaginario dell’artista.
La serata è stata un viaggio attraverso l’intera discografia di Corsi, con incursioni nei lavori precedenti che hanno riaffermato la sua coerenza artistica e la sua costante evoluzione. Il finale del concerto, culminato in un’onda di applausi e richieste di bis, ha suggellato il successo di una serata che ha dimostrato ancora una volta la forza espressiva di un artista fuori dagli schemi, capace di creare mondi sonori e testuali unici nel panorama italiano.
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