Sound&Vision

Lucio Corsi @ Hall Club

Scritto da Valeria Bissacco

Lucio Corsi si è saputo oggi guadagnare il giusto riconoscimento portando in giro un tour di grande impatto musicale che mette in luce il suo strepitoso talento e la sua preziosa originalità artistica

Un bagno di folla per Lucio Corsi all’Hall Club di Padova lo scorso 28 aprile, data che come tutte le altre di questo breve tour nei locali è andata immediatamente soldout già dopo la prima serata del festival di Sanremo (oramai quasi tre mesi fa) in cui il cantautore toscano si esibiva in gara con la sua Volevo essere un duro che, come sappiamo, gli è valsa il secondo posto ed anche il pass per rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest nel prossimo mese di maggio.
Quella di Padova è stata la sesta di sole otto date previste in questo primo giro di concerti del 2025, preludio del tour estivo che vedrà Corsi esibirsi assieme quella che lui chiama “la Banda” in spazi molto più ampi, a cominciare dagli ippodromi di San Siro e Le Capannelle per proseguire poi nei festival e nelle piazze di tutta Italia.
Questo primo “assaggio” di live è stato comunque stupefacente: se l’obiettivo di Corsi con la sua partecipazione a Sanremo era quello di allargare il suo pubblico facendosi conoscere al difuori dalla cerchia di estimatori che già lo seguiva da anni per poter suonare dal vivo sempre di più, dal successo di questi concerti possiamo senz’altro dire che lo sta raggiungendo in pieno e nel migliore dei modi. Ciò che dà la misura dell’artista infatti non sono soltanto i numeri, i locali subito esauriti o le richieste di date future, ma è soprattutto la proposta musicale che viene portata sul palco con l’onestà di chi da almeno una decina d’anni calca le scene con perseveranza e coerenza e a Sanremo c’era già stato in tempi non sospetti, in concorso al Premio Tenco nel 2021 (tanto per dire) come uno dei più giovani partecipanti.
Acclamato non solo per le canzoni più famose, infatti, Lucio Corsi a poco più di trent’anni si è saputo oggi guadagnare il giusto riconoscimento portando in giro un tour, organizzato da Magellano Concerti, di grande impatto musicale che mette in luce il suo strepitoso talento e la sua preziosa originalità artistica.
Il concerto (26 sono i brani in scaletta più una poesia) coniuga rock “puro e duro” con venature folk e cantautorali di tutto rispetto, i musicisti (che poi sono gli amici di sempre) sono davvero bravi e tutto è rigorosamente e assolutamente dal vivo, imprecisioni comprese come è giusto che sia. Corsi si muove sul palco come un elfo dall’energia travolgente: un fantasista di musica e parole, un autentico “animaletto” da palco come pochi, che si dona al pubblico senza risparmiarsi, e senza timore, perfettamente a proprio agio nel saltellare come un folletto tra chitarra e pianoforte (e anche SUL pianoforte), buttando alle spalle il microfono (con il filo!) con la stessa naturalezza con cui al teatro Ariston aveva sorpreso tutti infilandoselo sotto l’ascella non trovando l’asta.
Sembra proprio uscito da un bel cartone animato, Lucio, con il suo basco verde o il suo cappello da cow boy, con gli occhiali e gli stivali col tacco alla Elton John, il rossetto rosso e il viso imbiancato come Renato Zero negli anni ’70, dal quale sembra aver preso in prestito anche calzamaglia e spalline luccicanti, e con la gamba ripiegata in modo così innaturale sul seggiolino del pianoforte. 
Tutto accade senza retorica e ridondanza, con quel (bel) po’ di incoscienza di chi affronta il palco divertendosi evidentemente un mondo, di chi sale a suonare sulle casse e si lancia contro la transenna quando gli va di farlo (e lo farà più volte del corso del concerto, continuando sempre a cantare, facendosi reggere a volte il microfono da uno spettatore), verso il pubblico festoso, entusiasta, affettuoso, coinvolto totalmente a ogni età perché è proprio di questo filo multicolor di follia che c’era (e avevamo tutti) davvero bisogno.
In due ore di puro spettacolo non mancano in scaletta tutti i brani del cantautore toscano più cari al pubblico. Si inizia con Freccia bianca, e poi via a ritmo sostenuto attingendo dai tre album precedenti (da molti presenti scoperti solo di recente, ma subito amati) e naturalmente dall’ultimo, pubblicato a fine marzo, che si intitola come il brano sanremese. Ecco quindi in ordine sparso Radio Mayday, Trieste e la splendida Cosa faremo da grandi, e poi ancora La ragazza trasparente  (da solo, piano e armonica) e anche Il lupo ( unico brano con il leggio per non scordare le parole ) e La lepre (da solo alla chitarra) dal primo album, alternate ai brani più recenti come Questa vita, Sigarette, Il re del rave, nonché Francis Delacroix, ritratto ironico ricco giochi di parole dello stralunato amico fotografo. E ancora Situazione complicata e Nel cuore della notte suonate da Corsi al pianoforte a torso nudo, e naturalmente Volevo essere un duro, cantata in coro dal pubblico e ripresa da centinaia di telefonini. Ottimi gli omaggi a Modugno con Nel blu dipinto di blu (ancora da solo al piano) e a Randy Newman con La gente bassa (traduzione di Short People) introdotta da un accenno di C’è un amico in me nella versione di Cocciante dalla colonna sonora del film Toy story  4. Bellissime e coinvolgenti sono anche le versioni di Altalena boy e Astronave Giradisco, gli ultimi due brani del concerto, eseguite dopo aver presentato i musicisti che hanno suonato con lui – Filippo Caretti al basso, Filippo Scandroglio e Carlo Troller alle chitarre, Marco Ronconi alla batteria, Giulio Grillo alle tastiere e Iacopo Nieri al pianoforte – a coronamento di un viaggio attraverso una dimensione “altra” e fantastica guidato da Lucio Corsi in modo assolutamente reale (e quindi slegato dalla perfezione di “un mondo senza difetti/ dove gli umani erano gli unici assenti” per dirla con le sue stesse parole). Una totale immersione nei luoghi dell’immaginario più puro e a tratti fiabesco (ci sono anche una breve poesia dedicata agli alberi  presentata come “una canzone senza musica” e “un blues da 1437 parole” intitolata, appunto,  Senza titolo) dove ci si può spogliare dalle convenzioni e dalle consuetudini per vivere un sogno reso pulsante dall’energia della musica e di tutto ciò che accade sul palco, in diretta e senza filtri, cambiando atmosfera agilmente tra una storia e l’altra come lo stesso Lucio si cambia d’abito (o si toglie parti di esso) in scena.
Un concerto possiamo quindi dire necessario, come lo sono certi guizzi di fantasia che spalancano finestre su mondi inaspettati a cui guardare con ritrovato stupore e meraviglia.
Il che, di questi tempi, davvero non è poco

Si ringraziano Wordsforyou ufficio stampa e Magellano Concerti per la cortese disponibilità, nonché il gentilissimo personale del locale, la security e i tecnici al mixer.

LUCIO CORSI
Hall
Padova 28.04.2025

Scaletta del 28.04.2025 – Padova

Freccia bianca
La bocca della verità
Danza classica
Radio Mayday
Questa vita
Trieste
Cosa faremo da grandi
Sigarette
C’è un amico in me/La gente bassa
Amico vola via
Il re del rave
Orme
La ragazza trasparente
La lepre
Senza titolo
(poesia)
Nel blu dipinto di blu
Situazione complicata
Volevo essere un duro
Francis Delacroix
Magia nera
Let there be Rocko
Il lupo

Nel cuore della notte
Tu sei il mattino

Astronave Giradisco
Altalena boy
Francis Delacroix (ripresa)

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About the author

Valeria Bissacco

Sono nata sotto il segno dei Pesci, sono diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, vivo in Veneto e mi occupo di fotografia per passione praticamente da sempre. Amo la musica italiana e da quando avevo 12 anni seguo i concerti dei miei artisti preferiti e li fotografo, unendo così le mie due più grandi passioni. Pratico Arti Marziali (la mia terza passione), insegno Karate ai bambini e alle persone con disabilità, mettendomi in gioco ogni giorno sul tatami come nella vita. Il mio bisogno di nutrirmi di bellezza mi porta spesso in giro per l’Italia e l’Europa a visitare musei, assistere a concerti, eventi, esposizioni d’arte o semplicemente (da vera pesciolina) su una spiaggia solitaria in Grecia ad ammirare e respirare il mare.

Per ZONA Editore ho curato l’inserto fotografico del libro: Francesco Baccini, ti presto un po’ di questa vita, e ho pubblicato una raccolta di racconti che prendono spunto dalle canzoni della mia vita: Margherita, Alice e le altre.
Ho esposto le mie foto a Milano, Treviso e Castelfranco Veneto.
Alcune mie immagini compaiono all’interno della copertina di album di Francesco De Gregori, nel dvd di Dalla e De Gregori Work in progress, e nei dischi di altri musicisti emergenti.
Mie foto di De Gregori sono inoltre in copertina di una storia della canzone di De Gregori a cura di Enrico Deregibus e all’interno di altre pubblicazioni a carattere musicale.

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