È uscito a metà dell’estate il romanzo d’esordio di Luca Pasquinelli, Giorni da Leone: un ritratto drammatico della vita moderna, esaminando il concetto di prigionia non solo attraverso l’immobilità fisica, ma anche attraverso l’ossessiva ripetizione di gesti quotidiani e rituali familiari.
Leone Chiarodiluna, protagonista del romanzo pubblicato dalla Giovane Holden Edizioni, è un uomo che ha abdicato alla sua libertà, non perché gli sia stata sottratta, ma perché non riesce a liberarsi dalle catene invisibili del dovere e dei sensi di colpa. Pasquinelli intreccia una narrazione ricca di conflitti interiori e frustrazioni, dove ogni azione quotidiana diventa un atto di resistenza contro una vita che si sente sempre più insoddisfacente.
Qualche informazione sull’autore di Giorni da Leone, Luca Pasquinelli
Luca Pasquinelli è nato a Genova nel 1975, vive a Milano. Si è laureato in Lingue e Letterature Straniere. Ha seguito corsi di recitazione e script analysis con alcuni maestri americani e italiani tra cui Lola Cohen, Michael Margotta, Stefano Fiorentino e Pujadevi. Ha scritto cinque drammaturgie teatrali rappresentate nei circuiti off di Milano, Torino e Roma: Dick Laurent è morto (2013); Eva (2015); Life is a losing game (2016); Spaky Venice (2018); Giochi di carta (2020). È autore di una sceneggiatura cinematografica da cui è stato prodotto il lungometraggio K, andato in concorso al Festival di Benevento nel 2018. Giorni da Leone è il suo primo romanzo.
Un linguaggio scarno ma evocativo
Il linguaggio di Pasquinelli è sobrio e preciso, privo di fronzoli e orpelli. Ogni parola è meticolosamente scelta per costruire un’atmosfera densa di claustrofobia. Le frasi si presentano brevi e frammentate, rispecchiando la vita di Leone, che è costantemente in balia di doveri e desideri non soddisfatti. In particolare, a un certo punto della narrazione, a causa di un incidente, Leone viene assegnato ai lavori socialmente utili, e da quel momento tutto precipita.
La narrazione scorre con un ritmo lento e ponderato, riflettendo la monotonia della vita del protagonista, il quale sembra ripetersi giorno dopo giorno senza mai vedere un vero cambiamento. È proprio grazie al modus narrativo di Pasquinelli che il lettore percepisce la ripetitività della vita di Leone – anche attraverso la sintassi, che contribuisce a generare una sensazione di stasi e ciclicità.
Un’analisi profonda dei personaggi e dei luoghi del romanzo, sospesi tra passato, responsabilità e dovere
Leone è un personaggio tragico, bloccato in un conflitto costante tra il dovere verso i genitori e il desiderio di una vita alternativa. È descritto come un uomo di mezza età, con un aspetto che trasmette stanchezza e rassegnazione. I suoi capelli, grigi e sfatti, e i suoi occhi, spesso annebbiati dalla frustrazione, parlano di una vita vissuta in uno stato di continua ansia. Leone ama i genitori, ma prova anche un profondo risentimento verso di loro per averlo costretto a vivere un’esistenza che non sente sua.
Il padre, Augusto Chiarodiluna, un ex militare, è caratterizzato da una presenza imponente, nonostante la sua attuale debolezza. La sua figura è quella di un uomo che, una volta forte e autoritario, è ora ridotto a un’ombra del suo passato, ma che continua a esercitare un’influenza opprimente sulla vita di Leone. Augusto, con il suo volto segnato e i movimenti goffi, rappresenta la rigidità della tradizione e il peso delle aspettative familiari.
La madre, Teresa Chiarodiluna, è invece una figura più dolce e vulnerabile. Sebbene sia affettuosa, è anch’essa molto dipendente dalle cure del figlio. La sua salute fragile, riflessa in un corpo esile e segnato dalla malattia, simboleggia il fardello emotivo che Leone porta con sé. Entrambi i genitori incarnano le forze opposte che imprigionano Leone, non tanto per ciò che fanno, ma per ciò che rappresentano: il passato, la responsabilità e il dovere.
L’ambientazione è un elemento chiave della narrazione, al punto che la casa dei Chiarodiluna, descritta come decadente e trascurata, diventa una specie di personaggio, dotata di anima e riconoscibilità. Ogni stanza, ogni angolo della casa è impregnato di ricordi, un rifugio di tracce di un passato che Leone non può più vivere.
Ma tra le pagine di Pasquinelli compare anche il Belize – l’unico luogo in cui Leone ricorda di esser stato felice in tutta la sua vita –, ma descritto solo attraverso i sogni di Leone, un luogo distante e affascinante che rappresenta la libertà, ma che resta sempre inarrivabile. Tale contrapposizione tra l’opprimente quotidianità della casa e il sogno di evasione del Belize amplifica il tema della vulnerabilità e dell’illusione. La casa diventa una manifestazione tangibile delle angosce e delle paure di Leone, un simbolo della vita bloccata in cui è intrappolato.
Un romanzo sulle dinamiche familiari e sulle prigioni morali da cui l’essere umano non ha scampo
Il fulcro del romanzo Giorni da Leone risiede nella vulnerabilità dei sogni di evasione e di libertà. Leone brama intensamente un’esistenza diversa, ma la sua incapacità di compiere scelte risolute lo costringe a un’esistenza caratterizzata da frustrazione e delusione. Pasquinelli dipinge con grande realismo e intensità emotiva la situazione di un uomo che, sebbene desideri profondamente un cambiamento, è intrappolato in un perpetuo ciclo di responsabilità familiari e aspirazioni infrante. C’è qualcosa che lo blocca: forse il senso del dovere, forse ancora l’incapacità di riscattarsi e l’assenza totale di autostima.
Giorni da Leone è un romanzo che merita di essere letto da chiunque desideri esplorare le complessità delle relazioni familiari e le sfide intrinseche della responsabilità. La narrazione intima e profonda di Luca Pasquinelli offre un’analisi penetrante delle dinamiche familiari, rendendo il libro particolarmente adatto a lettori interessati alla psicologia dei personaggi e ai conflitti interiori.
Chi si è mai sentito intrappolato nelle aspettative degli altri o ha sognato di scappare da una vita insoddisfacente troverà nel viaggio di Leone una riflessione autentica e commovente sulla fragilità dei sogni e sulle sfide della vita quotidiana. Inoltre, il romanzo invita a una riflessione profonda sulle proprie catene emotive e sulle possibilità di liberazione, rendendolo una lettura significativa per chiunque sia alla ricerca di una narrativa che parli di resilienza e introspezione.