Ennesima scommessa in ambito Post-Rock da parte della Antigony Records, i sardi Lazybones Flame Kids ci presentano la loro seconda fatica, “Beyond”. Le prime due tracce totalmente strumentali, “Beyond” e “Greek Fire” veleggiano eteree in oceani contaminati dagli *shels, mantenendo una rotta salda, precisa, accompagnata da una marea mai eccessivamente agitata. Con “That One Is Cacus”, il vento cambia radicalmente, merito della voce del bassista Marco Appioli che si insinua in un modo talmente azzeccato da dare nuova linfa al brano, seppur accostandosi e risultare derivativa dagli ultimi lavori in studio dei mewithoutYou. E ciò non deve rappresentare, forzatamente, un difetto. “Morning Hope” segue il medesimo canovaccio, nonostante imponga una marcata accelerazione, cosa ritrattata nella successiva “Seven Kings Of Rome”, traccia più lunga del disco, con la sua durata di oltre sette minuti, e che vede ospite Miles Cooper Seaton, songwriter, autore di capolavori come quel “Phases In Exile”, osannato dalla critica tre anni or sono.
“Part Of You” non aggiunge niente di nuovo a quanto già ascoltato in precedenza, eccezion fatta per una sterzata finale in cui gli strumenti si scatenano a briglia sciolta, lasciando da parte tutto il lato cerebrale e ragionato che aveva fatto finora da cardine. Il gruppo si congeda con una canzone che lancia un velato quesito: “Will There Be An End?”, “Ci sarà una fine?”, richiamando nel testo stesso l’album “Transatlanticism”, apice della carriera dei Death Cab For Cutie, a sottolineare quanto la band originaria di Washington abbia influenzato il loro modo di fare musica. Noi all’ascolto, ancora ammaliati dalla grazia dei loro arpeggi, siamo incapaci di dare una risposta concreta.
LAZYBONES FLAME KIDS – BEYOND
I sardi Lazybones Flame Kids ci ammaliano con il loro secondo album