Una tessitrice di mondi, una pittrice di emozioni, una poetessa di colori, così mi hanno definita negli anni i tanti che ho incontrato nella mia vita, una vita che ha attraversato epoche tumultuose, come i pigmenti che danzano sulla mia tavolozza. Sono Sonia Delaunay, nata nel 1885 a Odessa nel cuore dell’Impero russo (oggi in Ucraina), in una città che mi ha dato le prime pennellate di ispirazione. Fin da giovane ho sentito il richiamo dell’arte, il desiderio di dipingere il mio mondo interiore con audacia e passione, oltre i confini, oltre le etichette e i dogmi.
Ho scelto di sperimentare, di infrangere le regole e di abbracciare un nuovo linguaggio artistico. Mi sono avventurata nel cubismo, esplorando le forme e le linee che compongono la realtà, disassemblando e ricomponendo il visibile in una sinfonia visiva con un turbinio di colori e forme geometriche.
Ho visto l’arte come un’esperienza totale, un abbraccio alla vita stessa. Ecco perché ho esteso il mio talento al design e alla moda, cercando di rompere le barriere tra l’arte e la vita quotidiana. Ho trasformato i tessuti in tele viventi, creando abiti audaci e vibranti che si muovevano in armonia con il corpo umano. Ho portato l’arte nelle strade, nel mondo reale, fuori dai confini dei musei e l’ho fatta danzare per le strade, invitando le persone a indossare la loro personalità con orgoglio e audacia. I miei abiti vibranti hanno danzato sui corpi delle persone, rompendo le convenzioni e portando la gioia dell’arte nelle strade e nei saloni parigini.
Il mio percorso artistico non è stato lineare. Ho lottato per trovare il mio posto in un mondo dominato dagli uomini, in cui le donne spesso venivano confinate a ruoli tradizionali. Ho affrontato le critiche e i pregiudizi, ma il mio spirito ribelle ha trovato la forza per superare ogni ostacolo.
Ho lavorato a fianco del mio amato compagno, Robert Delaunay, condividendo la passione per l’arte e la voglia di esplorare nuovi orizzonti.
Insieme abbiamo creato l’orfismo, un movimento che si proponeva di trasmettere emozioni e sensazioni attraverso il colore. Abbiamo sperimentato, abbiamo giocato con le tonalità e le sfumature, abbiamo abbracciato la potenza del colore come veicolo per esprimere la vitalità della vita stessa.
Ho visto l’arte come una forma di libertà, una via per esprimere le profondità dell’anima umana. Ho creato scenografie per spettacoli teatrali e balletti, lasciando che la luce e il colore si fondessero in un abbraccio magico con la performance. Ho cercato di coinvolgere tutti i sensi, di trasformare lo spettatore in partecipante attivo dell’esperienza artistica.
Ogni linea, ogni tratto, ogni pennellata è stata un canto di libertà. Spero lo sia anche per voi.
Miss Duckie Delaunay