Nel cuore di Shinjuku, il quartiere che non dorme mai, sede del palazzo del governo metropolitano di Tokyo nonché stazione ferroviaria più trafficata al mondo con oltre 200 uscite, e vi garantisco che per un “gaijin” ovvero uno straniero orientarsi è davvero una bella impresa, si può trovare qualcosa di diametralmente opposto.
Nel contraddittorio paese del Sol Levante e in quel particolare quartiere, si narra che: “esiste un angolo di tranquillità da cui tutti escono col sorriso sulle labbra, sazi nello stomaco e nell’anima” …lontano dal caos quel luogo è noto con il nome di “La taverna di mezzanotte”.
Quando l’animo è in subbuglio e magari non si riesce a comprenderne il motivo, massacrati dallo stress quotidiano, crucciarsi e preoccuparsi alla Caronte maniera non è necessario, basta magari fare qualcosa di molto più semplice, ovvero rilassarsi scambiando quattro chiacchiere anche con uno sconosciuto, stuzzicando qualcosa di buono accompagnato da un sorso di birra fresca.
Questa è dunque la ricetta che ci propone il maestro mangaka Yaro Abe, autore appunto della serie manga La taverna di mezzanotte – 深夜食堂 Shin’ya shokudō – e per favore non chiamateli soltanto fumetti, poiché anche questa è arte…
La serie è composta da tanti piccoli racconti, ognuno con il proprio particolare ed autentico finale, capace di aggiudicarsi numerosi premi e che ha definitivamente consacrato Abe come uno dei mangaka più interessanti degli ultimi anni.
E quasi sicuramente questa sorta di corti/manga, hanno creato i presupposti per la realizzazione della serie televisiva giapponese live-action nota col nome di Midnight Diner – Tokyo Stories e trasmessa anche in Italia su di una ben nota piattaforma digitale, ネットフリックス – Nettofurikkusu…
La piccola taverna, anzi Izakaya (tipico locale giapponese) è aperta da mezzanotte alle sette del mattino, ed è gestita da uno chef con una vistosa cicatrice sul viso, che tutti chiamano “Master”.
I clienti si recano in quel luogo dopo aver terminato il lavoro per un “distensivo” bicchierino, ma forse anche perché non ritengono ancora che la giornata sia terminata, come se avessero bisogno di un finale diverso, una morale, un consiglio.
I piatti proposti sono molto semplici, ma se un cliente chiede qualcosa di particolare, il Master se in possesso degli ingredienti giusti, lo cucinerà sicuramente. Il maestro Abe catapulta il lettore in una delicata e preziosa atmosfera e il rintocco della mezzanotte non è la fine bensì l’inizio di una magica storia, poiché tutti noi abbiamo qualcosa da raccontare, ad ogni ora del giorno.
Aprire l’Hinoki, la porta scorrevole del locale ed oltrepassarla, una sliding door che conduce in una sorta di confessionale, un tempio per purificarsi, per rilassarsi, per avere una risposta ad alcune domande anche senza necessariamente parlare troppo, ma osservando e ascoltando per smaltire il pensiero e riflettere.
Tutti nel momento in cui attraversano quella porta, sedendosi al bancone, poggiano su di esso la maschera che sono obbligati ad indossare, provando ad essere ciò che realmente sono, mettendosi a nudo.
I personaggi sono avvincenti e non banali, l’ambiente è intimo e accogliente, ma è il Master il vero protagonista.
Figura affascinante e misteriosa; con quella cicatrice sul volto sembra nascondere un passato tumultuoso, ma d’altronde anche lui come tutti noi, conserva degli scheletri nell’armadio, eppure diviene colui che “rimette dai peccati” o che più semplicemente da una pacca sulla spalla per alleggerire i carichi della vita ai suoi clienti.
Master cucina ed è molto apprezzato, spesso tace intervenendo il giusto, lasciando anche che i suoi clienti interagiscano tra di loro. Concede a tutti il tempo necessario per ragionare, libero da pregiudizi toccando ogni genere di argomento, tra flashback e magico realismo.
Il tratto minimal utilizzato da Abe, non conforme ai perfetti disegni dei suoi moderni colleghi, al contrario risulta essere in linea con ciò che si narra e si vuole trasmettere, ovvero semplicità e concretezza, due ingredienti fondamentali per affrontare la vita di tutti i giorni.
Per creare tutto questo, l’eccellente mangaka utilizza un mezzo speciale del quale non possiamo farne assolutamente a meno, ovvero il cibo. E se me lo permettete, se c’è qualcosa di particolare che accomuna italiani e giapponesi, direi che è proprio il buon cibo e la convivialità che si crea nel consumarlo.
Entrambi i paesi sono orgogliosi delle loro cucine, ma soprattutto della loro genuinità; non a caso occupano i primi posti nelle classifiche mondiali.
Albert Einstein affermava che lo stomaco vuoto non fosse un buon consigliere, dunque le decisioni prendiamole a stomaco pieno, che è meglio.
Quando le persone finiscono la loro giornata e si affrettano a casa, inizia la mia giornata.
La mia tavola calda è aperta da mezzanotte alle sette del mattino.
La chiamano “Midnight Diner”.
“Zuppa di miso di maiale, birra, sake, shochu”.
Questo è tutto ciò che ho nel mio menu.
Ma preparo tutto ciò che i clienti mi chiedono, purché abbia gli ingredienti per farlo.
Questa è la mia politica.
Ho anche dei clienti?
Più di quanto ci si aspetterebbe…