Come Elisabetta spesso l’approccio alla lettura avviene attraverso grandi classici e come Elisabetta, non siamo pronti ad affrontarli. Il rischio è perdere quanto di bello può offrirci la letteratura. Tutte le vite che potremmo vivere e le avventure cui potremmo prendere parte grazie al potere della parola. Perché da una scintilla a volte si scatena l’incendio della passione e cosa sarebbe l’uomo senza passione?
Il romanzo di Bennett ci porta a riflettere su tutto questo, è lo fa con uno stile ironico e leggero che cattura il lettore e gli mostra la leggera profondità della parola. Una parola che scava, incendia, cura e custodisce. Una parola che trasporta il passato di chi l’ha pronunciata nel presente di chi la legge è rilegge ovunque e in ogni tempo. Ognuno di noi diviene Elisabetta. Ognuno lettore si riconosce nella sua storia di lettrice. Parola dopo parola, pagina dopo pagina, diveniamo spettatori dell’evoluzione di questa sovrana lettrice. Perché la lettura è uno strumento di crescita senza eguali e spesso anche una bussola con cui ritrovare se stessi.
Arriviamo a capire quanto sia importante il tempo. Il nostro tempo. Prezioso perché misurato, finito. Insufficiente per lo più. Non potremmo mai arrivare a leggere tutto ciò che vorremmo o dovremmo, non abbiamo il tempo.«La letteratura mi appare come un vasto paese dai confini remoti, verso i quali mi sono diretta ma che non mi sarà mai dato raggiungere. E ho cominciato troppo tardi. Non potrò mai recuperare.»
Forse proprio questo dovrebbe portarci a dar peso a quelle poche parole che riusciamo a leggere, ad ascoltare. Perché quelle poche parole riescono a darci la possibilità di concepire la vita in modo nuovo. Perché la fiamma della lettura può essere indebolita dal nostro quotidiano, ma non si spegne mai del tutto. Persino la Sua Maestà, pur avendo attraversato oceani e e terre, scoprirà che la lettura riserva sempre qualche sorpresa. Una nuova prospettiva per conoscere e comprendere la realtà e l’uomo.
Elisabetta, ormai in piena passione letteraria, avrà sempre un romanzo con sé, leggerà in ogni modo e luogo senza poterne fare a meno, parlerà delle proprie letture con chiunque e- assuefatta dall’evocativo e dilettevole potere della letteratura- regalerà o consigliera libri. Così il potere della parola si unisce al potere del pensiero. Libero. Fuori da ogni etichetta e convenzione sociale. Proprio per questo guardato con diffidenza dai più e nel caso specifico della sovrana protagonista, dai funzionari istituzionali e consiglieri politici.
“Il libro è un ordigno per infiammare l’immaginazione”. In questo passo troviamo poi un altro interessante spunto di riflessione. È inevitabile: la lettura porta con sé il germe della scrittura. Il costante e continuo confronto con autori diversi allarga i nostri orizzonti e fa nascere in noi un approccio unico e critico al mondo che ci circonda. Un modo diverso di vedere le cose che spesso sente il bisogno di essere espresso.
Alan Bennett gioca con un umorismo sempre garbato e riesce a far dialogare il suo piccolo libro con dei grandi classici con la sua ricchezza di citazioni e riferimenti.
“Stava scoprendo che un libro tira l’altro; ovunque si voltava si aprivano nuove porte e le giornate erano sempre troppo corte per leggere quanto avrebbe voluto.”
Un inno alla passione della lettura, una passione poi dipendenza che non ha cura, ma soprattutto dalla quale non si vuole guarire. Perché il suo entourage vorrebbe curarla, da questa “fissazione senile”, ma Sua Altezza con proverbiale eleganza schiverà ogni tentativo e sorprenderà tutti con un colpo di scena finale mostrando come nulla – nemmeno il regno di Inghilterra- sia al di sopra della letteratura.”Dite tutta la verità, ma ditela insinuandola: l’importante è girarci intorno.” God save the readers!