Le produzioni RareNoiseRecords sono un continuo spostare in là la frontiera della sperimentazione. Pochi i punti di riferimento che l’ascoltatore ha oltre la certezza di trovarsi di fronte ad un unicum. Non fa eccezione III, terzo album del trio ungherese Jü che ho avuto modo di ascoltare con largo anticipo e per molto tempo.
Trio che abbiamo presentato sulle nostre pagine in occasione dell’uscita di Summa e che ci aveva impressionato per quel caleidoscopio di suoni in continuo cangiare che offriva. Con III il discorso non solo non cambia, ma si amplia a dismisura. La band, infatti, rivolge il suo sguardo verso le tradizioni e le sonorità provenienti dal sud-est asiatico e dell’India, accentuando quel lato mistico dell’album anticipato dal titolo.
Sonorità che si fondono mirabilmente con quello che è un DNA fatto di prog-rock e free jazz. Etichette vaghe che servono a chi scrive a categorizzare, ciò che per sua natura non è categorizzabile.
Un grande contributo all’album è stato dato dalla vocalist ungherese Dóra Győrfi, che fattivamente opera nel contesto di gruppi gamelan e wayang a Java e dal maestro dell’elettronica Bálint Bolcsó. Nomi che a tantissimi possono suonare sconosciuti e per questo l’invito è a una proficua ricerca su internet.
Gli Jü con III hanno evoluto il loro sound, dimostrando non solo le loro capacità tecniche ma, soprattutto, di non temere il nuovo. L’album non è né semplice né immediato, ma è da considerarsi come un’affascinante sfida e chi ama la musica, alla fine, non potrà non amarlo.
Jü – III
Gli Jü miscelano le tradizioni e le sonorità provenienti dal sud-est asiatico con il prog-rock e il free jazz