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Ivan Venturi, sviluppatore e imprenditore

Scritto da Giorgia Zironi

Fondatore Simulmondo
Ivan Venturi è uno sviluppatore di videogiochi italiano, fondatore di Simulmondo e coordinatore della Bologna Game Farm. Fin da giovane entra a far parte dell’industria di videogiochi italiana prestando le sue abilità da sviluppatore a varie aziende e publisher per creare videogiochi di tutti i tipi. Dopo aver lavorato in Simulmondo, Venturi si dedica a sostenere e lavorare con piccole aziende di videogiochi italiane con l’obiettivo di diffondere la pratica videoludica in tutta Italia, in particolare al sud dove le industrie scarseggiano. Da questo obiettivo nasce la sua collaborazione con Bologna Game Farm, progetto finanziato dalla regione Emilia-Romagna e dal comune di Bologna per lo sviluppo di prototipi di videogiochi e la loro commercializzazione. Tra una fiera e l’altra, però, Venturi non si scorda della sua passione da sviluppatore e continua a produrre videogiochi come Dragonero, Haunted Space e Kring, il suo progetto personale. 

La Presentazione
Durante la presentazione agli studenti della Link Campus University, Ivan Venturi condivide i suoi consigli riguardanti il videogioco come prodotto e il lavoro nell’industria videoludica. Lo sviluppatore inizia con il definire il videogioco con tre parole chiavi: prodotto, mercato e utente. Questi concetti, come spiegato da Venturi, sono inscindibili perché per lavorare nell’industria videoludica bisogna pensare al videogioco come impresa e come prodotto che, quindi, deve essere piazzato con la giusta comunicazione, nel mercato target e che deve essere sviluppato ricordando sempre i bisogni e desideri dell’utente. Molto collegato al concetto di utente, Venturi parla anche dei canoni di prodotto o di genere: aspettative del pubblico nei confronti di un particolare prodotto che, per non deludere i propri utenti, uno sviluppatore o azienda deve rispettare. Questo non si applica solo all’industria videoludica ma ad un qualsiasi prodotto che ha un pubblico target e che ha una reputazione da mantenere e per un videogioco è un fattore determinante per il suo successo nel mercato.
Ivan Venturi ha anche parlato di come, nella sua esperienza, un narrative designer racconta una storia. Invece del metodo tradizionale di scrittura o storyboarding, un narrative designer che lavora in una grande azienda videoludica dovrebbe essere in grado di raccontare gli eventi della storia, e quindi del videogioco, tramite dati e parametri che caratterizzano l’agency del giocatore. Questo metodo di storytelling aiuta soprattutto i programmatori a definire chiaramente quali elementi della storia influenzeranno il gameplay e quindi cosa deve essere incorporato nel codice per dare all’utente un’esperienza completa.

I Miei Pensieri
Ho trovato la presentazione stimolante e Ivan Venturi senza dubbio uno sviluppatore professionista del settore videoludico, ma anche un grande coordinatore aziendale, che ha definito chiaramente i requisiti che un prodotto, in questo caso il videogioco, deve avere per farcela nel mercato competitivo di oggi. Lavorare nel campo dei videogiochi, come dice Venturi, vuol dire automaticamente sviluppare un’impresa e quindi diventa fondamentale sapere concetti come ‘prodotto, mercato e utente’, i canoni di prodotto e i diversi metodi di storytelling. Personalmente, la sua riflessione sul lavoro del narrative designer mi ha scioccato: come amante delle storie e dei personaggi, ho sempre pensato ai dati e, soprattutto, alla programmazione come l’opposto dello storytelling. Quindi non avrei mai immaginato possibile raccontare una trama attraverso dei parametri, cosa che per chi lavora ogni giorno nell’azienda è probabilmente una nozione base. Ecco perché ho trovato l’intervento di Ivan Venturi stimolante, ha esposto a dei giovani developers, designers e storytellers ciò che c’è da sapere per giostrarsi nell’industria videoludica, ma anche i diversi metodi di lavoro per essere il più possibile in sintonia con tutti i partecipanti di un progetto .

About the author

Giorgia Zironi

La vita è fatta di esperienze. Sono una persona curiosa che prova sempre a dire di sì a nuove opportunità, nuovi viaggi, nuove amicizie e in un mondo dove il tempo e le risorse per farlo non bastano mai, apprezzo enormemente l’impatto che una narrazione interattiva può avere sulle persone. Il mio sogno è quello di creare personaggi in cui ci si possa immedesimare e storie che vogliono essere scoperte per far vivere alle persone, anche se solo in parte, nuove esperienze

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