Recensioni

il Diplomatico e il Collettivo Ninco Nanco

Scritto da Roberta Cricelli

Un bicchiere di realtà da bere tutto d’un fiato: il Diplomatico e il Collettivo Ninco Nanco costruisce una cassa di risonanza affinché un Pianeta intorpidito sia risvegliato da “Il Pianto delle Sirene”

Esiste una terra di mezzo tra creatività e pragmatismo, fra esperienza estetica ed esplorazione catartica. È in quel luogo tangibilmente metafisico che si potrà udire “Il Pianto delle Sirene” (La Colletta Dischi).
Il contenitore di suggestioni che Il Diplomatico e il Collettivo Ninco Nanco ha impastato per l’ascoltatore, non pare la storpiatura dell’eco omerica e neppure l’enfatizzazione di un rimuginare fine a sé stesso lungo il quale crogiolarsi. Sembra invece, che le nove onde di quello che potremmo definire un concept album intriso di realismo magico, si muovano negli abissi di una vita a portata di sguardo, in cui immergersi ma soprattutto riconoscersi al primo tuffo.
È una nuotata che non fa sconti e che non mente sul senso di smarrimento, quella che, intercettando l’ira di Nettuno,traduce con una lingua atavica eppure attuale il nostos sempiterno di quanti nel Mare Nostrum, cercano salvezza e trovano morte, seminano speranza e raccolgono mestizia.
Una narrazione che ieri come oggi accomuna genti di tutto il globo per le quali il mare può diventare anche la digressione felice in una concretezza impastata di inganno tossico, aprendo uno squarcio nostalgico di effimera ma essenziale gioia sui balconi di Via Elisabetta.
Nella regata che Francesco (Il Diplomatico) e il Collettivo Ninco Nanco hanno scelto di affrontare dopo le rotte di “Ho visto il mondo” (2019) e “Troppe Parole” (2022), c’è spazio anche per la bolla avvolgente e illusoria di un sentimento che non sa finire ed allora assume tra bellezza e recriminazioni, le sembianze di un animale fedelmente immaginato, perché dopo tutto Il cane non c’è mentre rimane incrostata alle pareti della cassa toracica e tra le fibre di un divano consunto, quella macchia di Whisky, emblema sbiadito di ciò che è stato. Quell’elemento che ha eroso ma pure plasmato le fondamenta, resta, prendendo però uno spazio sullo sfondo.
Nell’esercizio di esplorare la complessità e il respiro vitale di chi ha poca voce, il disco restituisce uno storytelling genuino quanto mistico a vicende come quella della giornalista-sciamana Corine Sombrun, che in Mongolia ha scoperto il proprio destino pur partendo da un retaggio occidentalmente schematizzato.
È proprio per uscire dal pentagramma, spesso dettato dal conformismo o dalla censura, che un artista, un uomo o una donna dovrebbero poter cercare (e trovare) il proprio Messico (interiore e non solo), offrendo diaframma onirico e calce viva a quell’idea lontana ma vincente e anarchica che è il Mondo dei pazzi, da abitare con il piglio di un brigante e la rettitudine sensibile di un saggio.
In fondo non è lucidamente folle chi pensa che per affrontare l’esistenza con profonda incoscienza, occorra dare all’amore l’opportunità di mettere radici, di arrampicarsi nelle vene, attrarre ogni fibra dell’organismo e farsi motore di ogni cosa, come fu per Ulisse e la sua fame di vivere? Ed ecco allora che questo approdo verso l’autenticità si materializza nelle corde parallele di Wuapò, quando un nonno e un nipote che suonano all’unisono, seguendo tempi e portando con sé bagagli differenti senza mai perdere il contatto con l’identità che li rende volti di una stessa medaglia affettiva, scomposta in respiri generazionali inscindibili. 
I viaggiatori di ogni tempo potranno sfuggire al canto delle sirene ma non dovrebbero restare sordi alle loro lacrime, perché sono gocce salate che rendono tutti, figli della stessa misteriosa e accogliente placenta. Carne, terra, cielo e a acqua. Dalla casa di Venezia, ai palcoscenici condivisi con personalità quali  Max Gazzè, Willie Peyote, 99 Posse e España Circo Este, il Diplomatico e il Collettivo Ninco Nanco, condensa nel nuovo progetto discografico e vitale,  la visceralità di una lingua di pelle e di suoni ad un sottobosco universale di temi, lanciando nell’etere una riconoscibile ed al contempo indistinta scintilla, pronta ad incastrarsi come un vetro o una gemma tra le dita di chi sa e nelle orecchie di chi finge di non sentire.   

 

TRACKLIST

 

  1. Nettuno
  2. Il cane non c’è
  3. Via Elisabetta
  4. Corine
  5. Whisky
  6. Ulisse
  7. Messico
  8. Mondo dei pazzi
  9. Wuapò

 

 

CREDITS

Testi: Francesco Scatigna

Musica: Francesco Scatigna, Luca De Toni, Michele Tedesco, Giovanni Favaro

Voce: Francesco Scatigna

Chitarre, basso elettrico: Luca De Toni

Batteria: Michele Tedesco

Musicisti aggiuntivi

Tastiere: Daniel Mastrovito

Percussioni: Federico Nelson Fioravanti

Registrato durante la primavera 2024 presso il BDR studio da Daniele Ferreri

Mix e Edit: Daniele Ferreri

Master: Max Trisotto

Foto di copertina: Valentina De Santis. Soggetto: Eva Pevarello

Grafica: Andrea Simion

Management: Giovanni Favaro – La Colletta Dischi

About the author

Roberta Cricelli

Nata a Catanzaro. Classe 1995. Si diploma al Liceo delle Scienze Umane “E. Fermi” di Catanzaro. Si laurea in Sociologia all’Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro e studia Metodi e linguaggi del giornalismo all’Università degli Studi di Messina. Giornalista pubblicista scrive per: la redazione catanzarese de “Il Quotidiano del Sud” , il mensile “Catanzaro City Magazine”, cura la rubrica “Riflessioni allo specchio per “Catanzaro Informa” ed alcuni sui articoli scientifico- divulgativi sono presenti su “Sociologicamente.it”, collabora con l’associazione culturale “ Calabria Contatto”, cura insieme alla poetessa Doris Bellomusto dei contributi per il blog di Radio Ciak e si diletta tra pensieri in versi e in prosa.
Nel 2014 vince una Borsa di studio nell’ambito dell’iniziativa “Pace e Dialogo con le Nuove Generazioni” promossa dal Rotary Club Distretto 2100 per il saggio “L’eterna esigenza dell’uomo”. Nel 2018 è tra i poeti selezionati nell’ ambito della VII edizione del premio “Alda Merini” promosso dall’ Accademia dei Bronzi di Catanzaro per far parte dell’antologia “Versi per Alda” con la poesia “Fenice”. Ad Aprile 2019- Si classifica al PRIMO POSTO al concorso “Calabria in Versi 2019” indetto da “Calabria Contatto” con la poesia “Radices” contenuta nel booklet omonimo del concorso insieme al componimento “Gea- Madre Terra” ed entra a far parte della giuria di qualità delle successive edizioni nella sezione Poesia e del team associativo. A luglio 2019- Il componimento “Intensa- Mente” è tra le opere selezionate nella I edizione del concorso Nazionale di Poesia "Dantebus”. A settembre 2019- Il componimento “marzo” viene inserito nel Calendario 2020 de “L'Albero di Kery ONLUS” nell’ambito del primo concorso di poesia “Rime tra gli alberi” dalla stessa indetto. A giugno 2020- Il componimento “Risacca” è tra le opere selezionate come finalista web nell’ambito del contest “I corpi e i luoghi” indetto dall’ “Accademia Mondiale della Poesia” A luglio 2021- Si classifica al TERZO POSTO alla I edizione “Premio Nazionale di Poesia La Masnada” sezione poesia inedita. Da agosto 2021-Redige recensioni su volumi a tema calabro o di autori calabri per la rubrica “Calabria Libri” sulla piattaforma calabriacontatto.it. A novembre 2021- Cura la prefazione della silloge “In 7 parole” di Italo Cirene (VJ Edizioni). A dicembre 2021 Il componimento “L’acrobata” è pubblicato nel volume “Avvocati. Ritratti di una professione” di Gianluca Bellacoscia (YoucanPrint). A Maggio 2022- ll componimento “a(Essenza)” è selezionato per la pubblicazione all’interno della collana di autori vari “Libro Verde (IVVI Editore).

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