Esiste una terra di mezzo tra creatività e pragmatismo, fra esperienza estetica ed esplorazione catartica. È in quel luogo tangibilmente metafisico che si potrà udire “Il Pianto delle Sirene” (La Colletta Dischi).
Il contenitore di suggestioni che Il Diplomatico e il Collettivo Ninco Nanco ha impastato per l’ascoltatore, non pare la storpiatura dell’eco omerica e neppure l’enfatizzazione di un rimuginare fine a sé stesso lungo il quale crogiolarsi. Sembra invece, che le nove onde di quello che potremmo definire un concept album intriso di realismo magico, si muovano negli abissi di una vita a portata di sguardo, in cui immergersi ma soprattutto riconoscersi al primo tuffo.
È una nuotata che non fa sconti e che non mente sul senso di smarrimento, quella che, intercettando l’ira di Nettuno,traduce con una lingua atavica eppure attuale il nostos sempiterno di quanti nel Mare Nostrum, cercano salvezza e trovano morte, seminano speranza e raccolgono mestizia.
Una narrazione che ieri come oggi accomuna genti di tutto il globo per le quali il mare può diventare anche la digressione felice in una concretezza impastata di inganno tossico, aprendo uno squarcio nostalgico di effimera ma essenziale gioia sui balconi di Via Elisabetta.
Nella regata che Francesco (Il Diplomatico) e il Collettivo Ninco Nanco hanno scelto di affrontare dopo le rotte di “Ho visto il mondo” (2019) e “Troppe Parole” (2022), c’è spazio anche per la bolla avvolgente e illusoria di un sentimento che non sa finire ed allora assume tra bellezza e recriminazioni, le sembianze di un animale fedelmente immaginato, perché dopo tutto Il cane non c’è mentre rimane incrostata alle pareti della cassa toracica e tra le fibre di un divano consunto, quella macchia di Whisky, emblema sbiadito di ciò che è stato. Quell’elemento che ha eroso ma pure plasmato le fondamenta, resta, prendendo però uno spazio sullo sfondo.
Nell’esercizio di esplorare la complessità e il respiro vitale di chi ha poca voce, il disco restituisce uno storytelling genuino quanto mistico a vicende come quella della giornalista-sciamana Corine Sombrun, che in Mongolia ha scoperto il proprio destino pur partendo da un retaggio occidentalmente schematizzato.
È proprio per uscire dal pentagramma, spesso dettato dal conformismo o dalla censura, che un artista, un uomo o una donna dovrebbero poter cercare (e trovare) il proprio Messico (interiore e non solo), offrendo diaframma onirico e calce viva a quell’idea lontana ma vincente e anarchica che è il Mondo dei pazzi, da abitare con il piglio di un brigante e la rettitudine sensibile di un saggio.
In fondo non è lucidamente folle chi pensa che per affrontare l’esistenza con profonda incoscienza, occorra dare all’amore l’opportunità di mettere radici, di arrampicarsi nelle vene, attrarre ogni fibra dell’organismo e farsi motore di ogni cosa, come fu per Ulisse e la sua fame di vivere? Ed ecco allora che questo approdo verso l’autenticità si materializza nelle corde parallele di Wuapò, quando un nonno e un nipote che suonano all’unisono, seguendo tempi e portando con sé bagagli differenti senza mai perdere il contatto con l’identità che li rende volti di una stessa medaglia affettiva, scomposta in respiri generazionali inscindibili.
I viaggiatori di ogni tempo potranno sfuggire al canto delle sirene ma non dovrebbero restare sordi alle loro lacrime, perché sono gocce salate che rendono tutti, figli della stessa misteriosa e accogliente placenta. Carne, terra, cielo e a acqua. Dalla casa di Venezia, ai palcoscenici condivisi con personalità quali Max Gazzè, Willie Peyote, 99 Posse e España Circo Este, il Diplomatico e il Collettivo Ninco Nanco, condensa nel nuovo progetto discografico e vitale, la visceralità di una lingua di pelle e di suoni ad un sottobosco universale di temi, lanciando nell’etere una riconoscibile ed al contempo indistinta scintilla, pronta ad incastrarsi come un vetro o una gemma tra le dita di chi sa e nelle orecchie di chi finge di non sentire.
TRACKLIST
- Nettuno
- Il cane non c’è
- Via Elisabetta
- Corine
- Whisky
- Ulisse
- Messico
- Mondo dei pazzi
- Wuapò
CREDITS
Testi: Francesco Scatigna
Musica: Francesco Scatigna, Luca De Toni, Michele Tedesco, Giovanni Favaro
Voce: Francesco Scatigna
Chitarre, basso elettrico: Luca De Toni
Batteria: Michele Tedesco
Musicisti aggiuntivi
Tastiere: Daniel Mastrovito
Percussioni: Federico Nelson Fioravanti
Registrato durante la primavera 2024 presso il BDR studio da Daniele Ferreri
Mix e Edit: Daniele Ferreri
Master: Max Trisotto
Foto di copertina: Valentina De Santis. Soggetto: Eva Pevarello
Grafica: Andrea Simion
Management: Giovanni Favaro – La Colletta Dischi