Doron Velt debutta con un romanzo che sfida i confini del noir tradizionale. Il commissario e l’Amor sacro (Giovane Holden Edizioni, 2024) segue le indagini del commissario Bruno Delano, un investigatore di grande abilità e razionalità, e della chiaroveggente Eugenia Horvat, la sua compagna. Il loro rapporto, centrale nel romanzo, non è solo sentimentale ma anche spirituale.
Il commissario e l’Amor sacro è una riflessione sull’amore, sulla colpa e sulla redenzione. L’amore tra Delano ed Eugenia è descritto come qualcosa di sacro, che va oltre la semplice relazione umana per innalzarsi al rango di legame spirituale. Ma Doron Velt esplora anche la colpa e la possibilità di redenzione attraverso i crimini che Delano indaga: ogni caso, ogni omicidio non è mai solo un atto di violenza fisica, ma la manifestazione di un male più profondo, che affonda le proprie radici nella fragilità umana.
Sinossi del romanzo
Tanti casi difficili risolti, una discrezione che talvolta sfiora la segretezza. Investigatore tanto abile quanto riservato, il commissario Bruno Delano è una piccola leggenda negli ambienti della polizia. Terribili sono i fatti di sangue di cui ha saputo trovare i responsabili, silenzioso e attento il suo modo di ricercare la verità. Ma accanto a una sensibilità acuta e a una disincantata conoscenza delle debolezze degli uomini, il commissario ha un altro segreto.
Si tratta di una storia che ha radici nel passato, cominciata con una lettera incredibile a cui lui ha avuto il coraggio di prestare fede, e cresciuta fino a esplodere in un amore spasmodico e delicatissimo, che sfida tutte le definizioni convenzionali. Si chiama Eugenia il segreto del commissario, una donna temprata nelle cicatrici di una vicenda dolorosa, che ha il misterioso potere di vedere, ovvero di valicare il confine tra il mondo reale e i mondi sottili, ottenendo visioni rivelatrici dal forte contenuto simbolico. Attraverso stati extracorporei di chiaroveggenza, ella sa trovare gli elementi decisivi per indagini altrimenti impossibili. Dietro le violenze, le crudeltà e le deviazioni umane, si intravede un piano molto più profondo, una vertigine in cui Male e Bene si confrontano negli spiriti e sulla Terra. Voci diverse si intrecciano in una narrazione preziosa ed elegante per ricomporre una vicenda corposa di fascino e di emozioni da thriller. Un romanzo originale e avvolgente, che unisce il lirismo di un sentimento assoluto alla spietata concretezza del poliziesco.
Una Milano indefinita fa da sfondo alle indagini di Bruno Delano
Il romanzo è ambientato a Milano, ma non nella città frenetica e solare che spesso siamo abituati a immaginare. Velt sceglie di rappresentare una Milano sfumata, quasi astratta, in cui la nebbia e le ombre dominano. Non ci sono descrizioni dettagliate di luoghi specifici, ma è l’atmosfera della città a giocare un ruolo fondamentale. La Milano di Velt sembra sospesa tra due mondi, un riflesso perfetto per il dualismo che percorre l’intera narrazione. La narrazione è condotta in terza persona, ma con una struttura che alterna il punto di vista di Delano a quello di Eugenia, offrendo al lettore una duplice prospettiva sugli eventi. Quando il focus è su Delano, il narratore si concentra maggiormente sui dettagli investigativi e sui suoi pensieri razionali. Tuttavia, quando il punto di vista passa a Eugenia, il tono diventa più onirico e simbolico, riflettendo la sua capacità di percepire ciò che altri non vedono. Un’alternanza di prospettive arricchisce la narrazione, creando un equilibrio tra il mondo terreno di Delano e quello mistico di Eugenia.
Tra lirismo e concretezza, la prosa magnetica di Doron Velt
Lo stile di Velt è una delle peculiarità più affascinanti del romanzo. La sua prosa è ricca di descrizioni evocative, ma anche di una concretezza quasi cruda. Le scene investigative sono spesso descritte con un linguaggio preciso e diretto, mentre i momenti in cui vengono presentate le visioni di Eugenia sono carichi di un lirismo che sfiora la poesia.
Doron Velt utilizza frequentemente metafore e simboli per arricchire la narrazione, soprattutto nelle parti legate alle visioni di Eugenia, che rendono la narrazione ricca di significati nascosti, invitando il lettore a riflettere su temi più profondi, come il confine tra vita e morte e la dualità tra le forze del Bene e quelle del Male. La sintassi è varia: nelle scene più dinamiche, Velt utilizza frasi brevi e incisive per mantenere alta la tensione, mentre nei momenti di riflessione e introspezione le frasi si allungano, diventando più complesse e fluide.
Un romanzo noir e metafisico
Velt sembra ispirarsi a una tradizione letteraria che unisce il noir con il mistico. Le atmosfere cupe e l’investigazione metodica di Delano ricordano autori come Georges Simenon, ma la componente spirituale e metafisica avvicina il romanzo a opere come quelle di Paul Auster, in cui la ricerca della verità si trasforma in una ricerca esistenziale. Come in Trilogia di New York di Auster, anche qui la città diventa un personaggio a sé stante, un luogo dove i confini tra il reale e l’immaginario si fanno labili.
Il commissario e l’amor sacro è un’opera che sfida le convenzioni del noir, arricchendolo con elementi spirituali e mistici. Velt costruisce una narrazione avvincente e complessa, che invita il lettore a riflettere su temi profondi, come l’amore, la morte e la verità. La scrittura elegante e simbolica rende ogni pagina un’esperienza che va oltre la semplice lettura di un thriller, trasformandola in una vera e propria meditazione sull’esistenza.