Come un suono che rimbomba nell’aria rarefatta, come un passo da gigante affondato nel terreno.
Booom!
L’esplorazione spaziale diventa abbattimento di confini tangibili, diventa illusoria attesa delle anime inquiete, diviene feticcio scellerato della creatività convulsa.
Poi, una pausa.
Gli occhi che roteano con fare ‘optical’, come reminiscenza di fluidi non-razionali provenienti da un passato oramai lontano.
Una luce, interconnessa con la Terra – esplode.
Fine di un sogno vegetativo.