Quando un gruppo della Royal Navy nel XVI secolo venne autorizzato dalla regina Elisabetta I a saccheggiare le navi spagnole per arricchire il patrimonio inglese, noti con il nome di Sea Dogs diventando dei veri e propri corsari, di certo Her Majesty, non si sarebbe mai immaginata che un giorno sarebbe potuta esistere una radio pirata capace di far tremare le fondamenta del governo britannico e del monopolio statale del settore.
E fu così che un giovane ragazzo irlandese Ronan O’Rahilly, con il pallino di fare l’imprenditore musicale nella Londra degli anni 60, decise di mettere in piedi la sua stazione, “Radio Caroline”, riadattando una nave passeggeri danese di 700 tonnellate, la MV Fredericia.
Una nave che trasmette radio? Perché? Perché se vieti qualcosa di giusto, prima o poi arriva qualcuno che ti farà la “guerra” e O’Rahilly da
buon anarchico irlandese nonché discendente da un celebre combattente per la causa dell’Irlanda repubblicana si oppose al monopolio statale della BBC.
A quei tempi, lo spazio riservato alla nuova musica beat e rock inglese era a dir poco inesistente, si cercava di favorire le grosse case discografiche a discapito delle nuove emergenti, le ore di trasmissione loro dedicate era così ridotto che spesso si ricorreva a cover suonate dalle orchestre residenti, erano vietate le pubblicità e la programmazione era orientata ad una funzione pedagogica ed educativa del pubblico.
L’unico modo dunque per aggirare il monopolio era quello di trasmettere in acque internazionali, infatti, l’unica legge a cui si era sottoposti era quella dello stato in cui la nave veniva registrata (e la barchetta formalmente era registrata a Panama).
Nel marzo del 1964 le trasmissioni di Radio Caroline diedero voce alla musica emergente della nuova scena inglese quella che rispecchiava la cultura giovanile dell’epoca. Beatles, Rolling Stones, Kinks, Who e tanti altri erano trasmessi H24 e nelle versioni originali, violando il copyright; la neonata Radio Caroline ottenne un grande successo e dopo pochi mesi superava i 7 milioni di ascoltatori e lo Stato Inglese non aveva alcuna legge che potesse impedire le trasmissioni.
Complici del successo della radio, furono gli stessi gruppi musicali e le loro case discografiche che consci delle violazioni in materia di diritti discografici, fornivano lo stesso i dischi sottobanco alla radio pirata ancor prima di farli trasmettere alla BBC.
La pubblicità fornita loro era talmente elevata che non fecero mai nulla per contrastare il fenomeno pirata, George Harrison fu addirittura un finanziatore “occulto” di Radio Caroline. Ma poi, i Civil Servants del governo inglese nel 1967 vararono una durissima legge, la Marine Broadcasting Offences Act, norma che dichiarò le navi-radio illegali poiché a rischio di occupare le frequenze di soccorso. Tutte le stazioni chiusero (ne aprirono diverse dopo Radio Caroline), tranne la radio di O’Rahilly, che decise di sfidare il Governo continuando a trasmettere e senza più rivali sull’etere la notte del 31 dicembre, raggiunse i 20 milioni di ascoltatori.
Fu un momento magico, qualcosa di nuovo e diverso per la prima volta aveva rivoluzionato il modo di pensare e di vivere la musica, i deejay erano pagati 25 sterline la settimana, con l’aggiunta di venti sigarette e birra gratis e divennero delle vere e proprie star, idolatrati e desiderati dalle teenager dell’epoca e fu così che in seguito, nel 2009 ci fu una vera e propria dichiarazione d’amore per quella musica rock e per la storia della radio pirata grazie a Richard Curtis che scrisse e diresse il film I Love Radio Rock -The Boat That Rocked, (che personalmente adoro).
“Sono le 21:00 e tutti i barbogi del pianeta seduti sul sofà, sorbiscono sherry mentre quelli che amano il rock and roll sono pronti a rockare e rolleggiare ancora una volta. Siete su Radio Rock e io sono il Conte. E conto su di voi per il conto alla rovescia all'estasi e al Rock all day e all the night”!
Così la voce del “Conte”, persona realmente esistente che si fa chiamare Empereor Rosk, deejay interpretato dall’eccezionale e compianto Philip Seymour Hoffman, dà il via magistralmente ad una pellicola intima e ricca di sentimenti, nella quale s’invita i giovani a vivere la vita fino in fondo senza mai rinunciare ai propri sogni.
Ancora, attori di livello come Bill Nighy, Rhys Ifans, Nick Frost e Kenneth Branagh, trasmettono perfettamente la giusta atmosfera che tiene attaccato lo spettatore al video.
La musica è la protagonista e tutto gira intorno alla vita dei “corsari musicali”, rendendola immortale; le regole ci sono, infatti è vietato dire la parola con la F, “ma siamo pirati e quindi Fuck off”!
Curtis ci regala una commedia che fa sognare, ma che lancia un segnale di speranza vivo e reale anche mentre la barca sta per affondare… con i Beatles, e la loro All You Need Is Love.
Radio Caroline il 12 agosto 2017, ha ripreso a diffondere i suoi programmi, che possono essere ascoltati anche in Italia, in streaming, sul sito http://www.radiocaroline.co.uk.
Immagine di copertina tratta da Wikipedia