Sulla musica

I Figli Di Nessuno, musica di Salvatore Allegra

Scritto da Annalisa Nicastro

Capitolo 2.1 (parte 21) I musicisti cinematografici del dopoguerra: i “maggiori”, fra tradizione ed innovazione. I Figli di Nessuno di R. Matarazzo (51), musica di Salvatore Allegra

Capitolo 2.1 (parte 21) I musicisti cinematografici del dopoguerra: i “maggiori”, fra tradizione ed innovazione. I Figli di Nessuno di R. Matarazzo (51), musica di Salvatore Allegra

Nato a Palermo il 17 luglio 1898, muore nel 1995. Studia al conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo con F. Cilea e A. Favara, conseguendo il diploma nel 1917. Diviene presidente della Cassa Nazionale Assistenza Musicisti e, inoltre, presidente onorario del Sindacato Nazionale Musicisti.
Compone opere liriche, operette, azioni coreografiche, musica da camera e per orchestra. Tra i suoi lavori si ricordano: le opere teatrali Ave Maria (’34), I Viandanti (’38), Il medico suo malgrado (’38), Romulus (’46); le operette La maschera nuda (’25), Il gatto in cantina (’30), Cappuccetto rosso (’32). Inoltre, l’azione coreografica L’isola degli incanti (’52) e la Messa breve per Soli, coro virile, orchestra d’archi, arpa e organo.
Allegra si accosta al cinema a partire dagli anni Trenta, fornendo partiture a film di larga popolarità, concependo una musica cinematografica perfettamente in linea col tradizionalismo musicale dell’epoca, senza mai apportare nulla di originale. Tra questi lavori ricordiamo Amo te sola (’35) di M. Mattoli, Marcella (’37) di G. Brignone, Addio giovinezza (’40) di F. M. Poggioli (per il quale cura l’adattamento delle musiche di G. Blanc), La granduchessa si diverte (’40) di G. Gentilomo, Manovre d’amore (’41) di G. Righelli, Signorinette (’43) di L. Zampa, Una piccola moglie (’44) di G. Bianchi, I figli di nessuno (’51) di R. Matarazzo, La donna che inventò l’amore (’52) di F. Cerio.

Segue nel prossimo numero! Tratto dalla Tesi di Gianluca Nicastro La musica nel cinema del dopoguerra italiano

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione

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