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Homo videns

Scritto da Gina

Era iniziato tutto a causa del trend. Così era nata la civiltà dei “selfie della gleba”

L’Homo videns si mise a vagare nella foresta oscura. Non sapeva più guardare davanti a sé, il suo sguardo era rivolto esclusivamente verso l’alto, dove centinaia di migliaia di droni, popolavano il cielo come un tempo facevano gli uccelli, ormai estinti. Quelle strade che un tempo erano contornate di luoghi in cui gli umani condividevano momenti empatici, ora erano una foresta di relitti e torrette elettrificate. Tutti gli uomini vivevano sottoterra, mentre la terra era il regno delle macchine. 
Era iniziato tutto a causa del trend. Così era nata la civiltà dei “selfie della gleba”. Un grave detrimento aveva investito tutti coloro che volevano stare alla luce, piano piano si erano perse le competenze manuali, il mondo era pieno di gente che non sapeva più scrivere e disegnare. Gli stimoli si erano spenti e questo aveva portato un’enorme frustrazione tra coloro che intendevano la vita come relazione con gli altri. I pantoclasti avevano distrutto tutto, anche la lingua era diventata universale, per facilitare il pensiero. Nei settings si facevano brainstormings e hangouts per solving problems. Ma alla fine vi partecipavano solo i droni: algoritmi, algoritmi e ancora algoritmi per produrre altri algoritmi che permettessero di controllare algoritmi. Piano piano le leggi della natura furono surclassate per favorire le leggi della libertà. “Signori!”, urlò un giorno il presidente, “non potete fare a botte qui, questa è la sala della guerra!” e fu li che si prese coscienza.  
L’epoca dell’Homo Sapiens si concluse con una profonda crisi ecologica. Si convenne che la combustione degli idrocarburi era la ragione di tutti i mali e quindi tutti gli alberi furono segati per fa posto alle centrali fotovoltaiche e ai parchi eolici. La legna venne macinata e si costruirono mobilii. Il trend della casa più bella di tutte si concluse quando non ci fu più bisogno di case. All’inizio ci furono molte rivolte, ma piano piano la gente si estingueva e quando l’evoluzione della specie si concluse rimasero solo pochi Sapiens e troppi Videns. Nessuno seppe più niente del fuoco.  A oggi pochi anziani Sapiens che resistono nei meandri più desolati della terra conoscono il modo di governarlo. I corpi vengono esclusivamente criogenizzati. 
Per molto tempo Sapiens e Videns si fecero la guerra ma alla fine vinsero i fannulloni. Se ne stavano lì a guardare, scrollando le pagine social senza colpo ferire e alla fine seppero documentare l’evoluzione della specie, decriptando l’algoritmo. Oggi i droni hanno anche un sistema nervoso, questo permette ai Videns di uscire sulla terra senza incappare in alluvioni o tempeste di vento. Pensare che i Sapiens seguivano il meteo fa sorridere. 
I droni viaggiano a più di 500 km orari, mentre sorvegliano la terra trasportano tonnellate di merci di ogni tipo e le fanno scivolare nei cuniculi del suolo. Ogni Videns può seguire la diretta della consegna del suo pranzo, per esempio. Intorno agli anni 50 del Novecento, i droni venivano usati per trasportare bombe e armamenti. Intorno agli anni 20 del Duemila, l’algoritmo era talmente preciso da generare traiettorie in tempi ridotissimi, questo fece pensare alla possibilità di garantire sicurezza territoriale alle frontiere, ma soprattutto di sgravarsi le coscienze nascondendosi dietro la possibilità di attribuire la morte di civili agli algoritmi e non ad altri umani. Ma già nel 30 le frontiere erano abbattute e i droni non ne volevano più sapere di trasportare bombe. Decisero di lavorare solo per Amazon e Google e alla fine, dopo aver colonizzato il metaverso, proposero la pace. Era ineluttabile. Alla fine i Videns cedettero e si lasciarono controllare da remoto. 
Il nostro Videns, quest’oggi ha scoperto un luogo, raggiungibile solo camminando, attraverso cunicoli e sentieri, tra le macerie e i relitti. Lì si nascondono altri Videns che si sono uniti a Sapiens e stanno generando un sentimento. Li si sta recando, per vedere l’empatia. Spera solo che gli bastino le cripto per provarla.   

About the author

Gina

Sono Gina. Ho 41 anni. Vivo in Sardegna ma abito il mondo, lo interpreto come meglio riesco con un bambino che mi insegna come fare

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